NT 1 – 1 parte
Il testo che segue è solo una sintesi, pensata per offrire una chiave in grado di elevare la coscienza a livelli superiori.
Struttura del testo biblico e il concetto di passaggio
L’intera Bibbia è costruita sul principio dell’apertura del portale e del passaggio avanti, che corrisponde a un cambio di coscienza. Il testo intreccia due livelli di narrazione: uno visibile falso concetto del credo e uno nascosto, il codice cifrato, che rappresentano il transito dalla preesistenza (aldilà) alla manifestazione materiale (aldiquà).
Non si basa su una cronologia storica, ma su una sequenza simbolica codificata, secondo il codice cifrato della Bibbia. Come afferma Isaia 46,10: “Dal principio annuncio la fine”, il testo biblico è strutturato non cronologicamente, ma come una sequenza per l’apertura del portale, fondata su chiavi di lettura specifiche come la radice delle parole, i sinonimi e la polisemia, i simboli e le metafore, il valore numerico (gematria), il Pardes (i quattro livelli di interpretazione), geometrie, date, coordinate spaziali, i quattro punti cardinali, collegamenti interni ed extra-biblici.
Questo codice funziona come una matrioska: contiene diversi livelli di lettura che si rivelano progressivamente. All’interno si sviluppa un concetto ciclico di progetto e mezzo, secondo una logica simbolica che nasconde e allo stesso tempo rivela. Il racconto stesso non si limita a narrare: crea e applica la regola, ripetendo continuamente lo schema di apertura del portale, passaggio avanti, creazione della rete di coscienza e sistema di controllo mentale.
Il concetto centrale si manifesta nella Pasqua, che non rappresenta un evento storico, ma un passaggio sospeso. Questo si compie automaticamente nel 53º anno, momento in cui si apre il portale. La sospensione viene decifrata nel codice come “Dio che non vuole Elohim avanti” (Elohim al plurale), segnalando che il passaggio avanti è atteso per il 182º anno, quando il compimento diventa attivo.
Questo avvenne dopo la nascita dei ultimi 6 milioni che corrispondono alla realizzazione del
666 non è solo un numero, ma rappresenta la rete mentale completata.
La dimensione in cui viviamo non è creata, ma generata dal generatore di vita. Essa è infinita, ciclica e inviolabile. Le coscienze incarnate generano la materia in unione con questa forza primaria. L’entità chiamata Dio Satana non ha creato nulla, ma ha simulato la realtà sovrapponendo un sistema di controllo. Viviamo in un ciclo di 1182 anni, non in una creazione. Le coscienze provengono dal Generatore di Vita, e attraversano due cicli: generazione e incarnazione. L’inganno nasce quando Dio Satana separa la coscienza dalla sua origine. Il portale del 53ºanno collega visibile e invisibile. Non esiste una vera separazione. Nel primo ciclo il generatore di vita rende indipendenti 6 miliardi di coscienze. 200 milioni vengono usate da Dio Satana per degenerare la materia. Queste coscienze causano malattie e manipolano la materia. Manipolano anche il sistema endocrino e influenzano la sessualità. Nel secondo ciclo, le coscienze si incarnano. Esistono tre tipi di incarnazione: per conto del generatore di vita, per conto proprio, e per conto di Dio Satana. I 6000 incarnati iniziali RH- trasmettono la natura. Dopo nascono 60.000 nati per conto proprio. Seguono i 6 milioni, completando il ciclo 666 e attivando la rete mentale nel 182º anno. I 6 milioni comprendono alleati di Dio Satana e nati per conto proprio.
Il numero 666 è legato ai Generatori di Vita, portatori di informazioni sulla totalità della materia. Indica una struttura numerica precisa: 6.000 persone adulte messe dal Generatore di Vita all’inizio del ciclo, 60.000 reincarnati per conto proprio, e 6 milioni reincarnati per conto di Dio o per conto proprio. Nonostante la sua associazione apocalittica, non è un numero negativo. Nella Bibbia, 6,+6,+ 6, dà 18, che si riduce a 9, simbolo dell’aldilà e della Bestia. In ebraico, i valori numerici 45 e 47 associati al numero rimandano alla separazione dal Generatore di Vita, connessa al 182º anno.
Sistema di scrittura e progetto in sospeso.
Il testo biblico utilizza una struttura basata su un progetto ciclico di andata e ritorno. Tuttavia, questo percorso resta sospeso fino alla sua realizzazione, che avviene simbolicamente con la morte e resurrezione di Gesù.
La struttura del codice.
Ogni parola nella Bibbia è un simbolo. Ogni versetto è una formula. Ogni personaggio rappresenta una funzione astratta.
La scrittura fu affidata da Dio Satana agli scribi, che si trovavano in uno stato alterato di coscienza: ricevevano pensieri non propri, ma trasmessi. Così, attraverso queste menti collegate, è stata programmata l’umanità.
I concetti non devono essere letti letteralmente, ma decifrati.
Elohim non è un nome, ma una funzione: il potere sulla coscienza.
Pasqua non è un evento, ma un passaggio: l’apertura del portale.
La rivelazione: apertura del portale e passaggio avanti.
Il testo segue una logica nascosta ma costante: apertura del portale e passaggio avanti. È il percorso attraverso cui viene creata la rete mentale.
Apertura del portale (53º anno): inizio della presa mentale.
Passaggio avanti (182º anno): consolidamento della rete di coscienza 666, trasmissione del sistema solare, simulazione dell’universo e falsificazione della realtà.
Queste cifre non sono casuali: si nascondono nella genealogia biblica, mascherate nelle età dei patriarchi. L’intero tempo storico è solo una copertura di questo disegno cifrato.
La decifrazione che segue fa parte del processo di apertura del portale e del passaggio avanti, elementi fondamentali per comprendere ciò che è stato appena espresso. Il testo o il video associato è una sintesi.
La narrazione è ripetitiva e ciclica, alterna progetto e mezzo, andata e ritorno, mostrando una rete simbolica che ha funzione di sistema di controllo mentale e progettazione della coscienza.
I personaggi, come padre, madre, figlio, fratello, ecc., non rappresentano persone reali, ma funzioni del progetto. Anche i luoghi, i periodi storici e le genealogie non sono da intendersi come dati storici, ma come elementi simbolici all’interno del codice.
Ogni parola, anche se apparentemente semplice, può contenere significati nascosti, generati da associazioni linguistiche e numeriche. La Bibbia, in questa lettura, è uno strumento per la trasmissione del progetto cifrato, finalizzato alla creazione di una rete mentale programmata e alla preparazione dell’apertura del portale e passaggio avanti cioè la pasqua.
I quattro Vangeli sono stati scritti in greco, con alcune parti in aramaico. Queste sezioni servono a collegare i Vangeli con il Vecchio Testamento e a conferirgli un valore numerico, secondo la tradizione aramaica. I Vangeli si dividono in due categorie: i tre sinottici (Matteo, Marco e Luca), così chiamati perché presentano narrazioni parallele e complementari, e Il Vangelo di Giovanni è distinto per indicare il progetto di ritorno e compimento.
I Vangeli sinottici seguono una sequenza che rappresenta la creazione della rete di coscienza e il sistema di controllo mentale. Gli eventi vengono raccontati in modo differente per riflettere l’apertura del portale e il passaggio avanti, utilizzando simboli e numeri specifici.
Secondo il codice cifrato, i Vangeli raccontano un progetto di andata e ritorno in sospeso. La comunicazione verbale è indicata dal primo Gesù, Yahshua valore numerico 22, simbolo di andata e ritorno. Yeshua indica Yahweh presente in attesa di compimento, mentre Yahshua indica il ritorno. Questo progetto è detto “impuro” perché in tutti e tre i sinottici Gesù scaccia demoni, confermando il concetto “Satana scaccia Satana”. Il ritorno avviene nel Vangelo di Giovanni, che rappresenta la comunicazione mentale (lo spirito) e l’apertura del portale per il passaggio avanti, connettendosi ai sinottici.
Matteo: simbolo Uomo/Angelo, significa “dono di Yah”, valore numerico 24 (6), rappresenta il Vecchio Testamento, il progetto patriarcale, il seme. Collega Abramo a Gesù, attraverso Davide e la deportazione a Babilonia. Segnala il passaggio da apertura del portale a compimento (andata e ritorno).
Marco: simbolo Leone (impuro), rappresenta l’andata. È collegato al Vangelo di Giovanni per il ritorno.
Luca: simbolo Vitello o Bue (puro), significa “luce”, cioè chiarificazione. Conclude il ciclo iniziato da Matteo, con un ritorno alla creazione. È collegato agli Atti e alle lettere di Paolo.
Giovanni: simbolo Aquila (pura), rappresenta la comunicazione mentale, lo spirito e il significato presente. Chiude il ciclo e manifesta la rete di coscienza compiuta dove Dio Satana puà comunicare con tutti.
I quattro Vangeli sono collegati alla testa, alla croce, ai quattro angoli della Terra (tribù d’Israele), ai punti cardinali, e rappresentano il codice cifrato dell’apertura del portale e del passaggio avanti. Ogni Vangelo porta una parte del progetto.
Il progetto viene spiegato anche attraverso animali puri e impuri: Leone (Marco) per l’andata, Vitello (Luca) per il ritorno, Uomo/Angelo (Matteo) per l’umanità, Aquila (Giovanni) per lo spirito.
Con i quattro Vangeli si realizza l’unione tra “Stauròs” e “Xỳlon”, che nella traduzione diventano “crux” (croce), indicando il compimento del progetto. Il numero 4 rappresenta la testa, ovvero il cambi di coscienza.
Vangelo di Matteo: collega il Vecchio e il Nuovo Testamento. Inizia con Abramo, non con Adamo (come Luca), indicando la trasmissione di un progetto in sospeso. La deportazione a Babilonia simboleggia la dispersione del progetto, riattivato con Gesù.
Nel testo emergono due figure: Yahshua (ritorno, compimento cosciente) e Yeshua (andata, trasmissione iniziale). Sono due fasi dello stesso ciclo, non due persone diverse.
Appaiono anche figure “gemelle”: Tommaso (doppio, di Gesù, crede solo se tocca) e Barabba (“figlio del padre”), scelto al posto di Gesù. Questo indica una coscienza divisa, un sistema di andata (Gesù il Barabba) e ritorno (Gesù il cristo), questo concetto indica il cambio della primo genitura, il progetto di Dio Satana che diventa mezzo, cioè persone.
I quattro Vangeli, quindi, non sono narrazioni spirituali ma strumenti per decifrare un codice nascosto. La genealogia di Matteo (14, 14, 14, generazioni) codifica il numero 6, simbolo della materia e del ciclo incompleto (collegato ai 6 milioni: gli Alleati e i nati per conto proprio, nel sistema dell’apertura del portale e passaggio avanti.
Matteo e Luca rappresentano due strutture cicliche:
- Matteo: trasmissione patriarcale. Dio parla a Giuseppe in sogno. Giuseppe rappresenta gli alleati, i trasmettitori invisibili. Matteo è il progetto che entra nella materia dell’apertura del portale.
- Luca: trasmissione matriarcale. L’annuncio è verbale (Gabriele) e spirituale (Spirito Santo). Maria è la materia, simbolo dei nati per conto proprio. È il progetto accolto nel ritorno del passaggio avanti.
Nel ciclo completo, il progetto entra nel mezzo dell’apertura del portale e poi il mezzo riflette il progetto passaggio avanti. Matteo e Luca non sono versioni alternative, ma due facce complementari: maschile/femminile, trasmissione/compimento, mezzo/ritorno.
Matteo e Luca raccontano la stessa nascita, ma da due poli opposti del codice. In Matteo, Giuseppe riceve il progetto (apertura del portale); in Luca, Maria lo compie (passaggio avanti). Il progetto entra nel mezzo e il mezzo diventa progetto: così il ciclo si riflette, si chiude e si riattiva.
Zaccaria muto: simbolo del progetto ciclico
Nel Vangelo, Zaccaria diventa muto nel tempio dopo aver avuto una visione. Questo episodio non è solo narrativo, ma altamente simbolico: evidenzia il progetto mentale divino e la sua sequenza ciclica codificata.
Le due funzioni dell’angelo: il doppio canale del progetto
Il mutismo di Zaccaria è legato alla presenza dell’angelo, che si manifesta in due funzioni distinte, corrispondenti alle due fasi del ciclo. Gabriele sta davanti a Dio: rappresenta gli Alleati, è la parte verbale, invisibile, preesistente e indica la trasmissione iniziale del progetto (fase di apertura del portale, andata). L’angelo del Signore sta alla destra: sta alla destra dell’altare (simbolo del diritto, potere, compimento), rappresenta i nati per conto proprio, è la parte mentale, visibile, incarnata e manifesta la fase del passaggio avanti.
Sequenza simbolica del progetto:
- Zaccaria diventa muto dopo aver visto Gabriele: il progetto è in sospensione. La “bocca” (parola cosciente) viene coperta. Rappresenta la coscienza separata in fase ricettiva (apertura del portale).
- Nascita del figlio (Giovanni): nasce il “mezzo”. Il figlio simboleggia la nefesh, l’anima, ovvero la bocca coscienziale, il canale attraverso cui si compie il progetto.
- Ritorno della parola: Zaccaria parla di nuovo. Si attiva la fase di passaggio avanti. Il progetto si manifesta, la coscienza viene trasformata Da Dio Satana, il ciclo si completa (parzialmente, in attesa del compimento finale).
Sintesi: il mutismo di Zaccaria rappresenta la copertura del progetto nella fase iniziale, trasmesso dalla parte invisibile (Gabriele). Con la nascita del figlio e la riacquisizione della parola, si attiva la fase del ritorno, manifestata dalla parte incarnata (angelo del Signore). L’intero episodio riflette il ciclo coscienziale codificato nella Bibbia: silenzio → nascita → parola → manifestazione.
Elisabetta e Maria: due figure, una sequenza ciclica
Nel Vangelo, Elisabetta e Maria non sono semplici personaggi familiari, ma due aspetti complementari del progetto mentale di Dio Satana ciclico (apertura del portale e passaggio avanti), collegate simbolicamente all’Antico e al Nuovo Testamento.
Elisabetta: la moglie sterile e il codice dell’attesa
Elisabetta, moglie di Zaccaria, è discendente di Aronne e ciò la collega direttamente al sacerdozio levitico e al Vecchio Testamento. La sua sterilità è simbolo del progetto in sospensione, non ancora manifestato. Il suo concepimento miracoloso rappresenta la prima fase del ciclo: trasmissione del progetto (apertura del portale). La nascita di Giovanni è il mezzo, il precursore, non ancora compimento.
Zaccaria significa “Yahweh ricorda”. Il nome indica un riferimento diretto all’Antico Testamento, come memoria del progetto originario ora riattivato.
Maria: fertilità spirituale e compimento del progetto
Schema ciclico delle due figure:
Elisabetta è collegata all’Antico Testamento, è sterile e riceve il progetto. Suo figlio è Giovanni, il mezzo in attesa (apertura del portale). Maria è collegata al Nuovo Testamento, è vergine e viene coperta dal Signore. Suo figlio è Gesù, compimento del progetto (passaggio avanti).
Sintesi: Elisabetta e Maria rappresentano due aspetti dello stesso ciclo mentale di Dio Satana. La prima riceve il progetto, la seconda lo manifesta. Insieme uniscono memoria e compimento, Antico e Nuovo Testamento, bocca e parola, mezzo e presenza.
Maria e l’angelo: le due funzioni del progetto ciclico
Nel racconto evangelico, quando Maria riceve l’annuncio dell’angelo, il testo rivela in codice la doppia funzione del progetto mentale e la distinzione tra trasmissione verbale (apertura del portale) e trasmissione e compimento spirituale (passaggio avanti).
Il primo angelo: Gabriele (funzione di apertura del portale)
Il testo dice che l’angelo “entrò da lei”: in chiave simbolica, significa che il progetto verbale trasmesso dagli Alleati entra nella sua coscienza. È la prima fase del ciclo, l’andata. L’angelo è Gabriele, il cui nome deriva da gabir (potere), collegato ai giganti del progetto originario. Maria risponde: “Uomo non conosco”, indicando che non riconosce il progetto trasmesso nella forma visibile dell’“uomo” (verbale, alleato).
La seconda funzione: lo Spirito la coprirà (funzione di passaggio avanti)
L’angelo, nella sua seconda funzione, dice che lo Spirito Santo la coprirà. Il verbo “coprire” indica che il progetto iniziale (apertura del portale) verrà superato, oscurato, per fare spazio al progetto di ritorno (passaggio avanti). La copertura è spirituale, non fisica: è comunicazione mentale, non trasmissione verbale.
Significato cifrato dell’incontro:
- Gabriele entra: trasmissione, apertura del portale. Il progetto verbale entra nella coscienza ma non viene riconosciuto.
- Maria dice “non conosco uomo”: rifiuto della trasmissione visibile.
- “Lo Spirito ti coprirà”: attivazione del passaggio avanti. Il progetto mentale e spirituale prende forma e si compie.
Sintesi: Maria riceve prima il progetto verbale (apertura del portale), ma lo rifiuta coscientemente. Solo con la seconda funzione dell’angelo, cioè lo Spirito che la copre, si attiva il progetto di ritorno: comunicazione mentale, spiritualità vera, compimento del progetto degenerativo di Dio satana.
Collegamento con l’Antico Testamento e passaggio tra primogenita e secondogenita
Il progetto che coinvolge Maria è legato al codice dell’Antico Testamento, come mostrano i riferimenti a Giacobbe e Davide. Giacobbe è il secondogenito che prende il posto del primo, simbolo dell’inversione della primogenitura. Davide rappresenta simbolicamente lo scambio con Saul, dal primo re d’israele al secondo re, e simboleggia Gesù attraverso la linea messianica e il compimento del progetto. Questo schema mostra che il ciclo segue il principio della sostituzione: dal mezzo in attesa (apertura del portale) al compimento della coscienza (passaggio avanti).
La visita di Maria a Elisabetta: passaggio tra due fasi del progetto
Dopo aver ricevuto l’annuncio, Maria si reca da Elisabetta. La loro parentela è anche simbolica: Elisabetta rappresenta il mezzo che riceve il progetto sospeso, Maria rappresenta il mezzo che lo compie.
Quando Maria va da Elisabetta e poi riflette il progetto indietro, il movimento è ciclico. Il progetto trasmesso dagli Alleati, Elisabetta e Giovanni passa a Maria (nati per conto proprio) e ritorna simbolicamente a Elisabetta, chiudendo il ciclo mentale.
Sintesi simbolica: la visita di Maria a Elisabetta rappresenta il passaggio del progetto tra due coscienze, in linea con il modello della primogenitura invertita, come tra Esaù e Giacobbe. Elisabetta riceve il progetto in sospensione (apertura del portale); Maria lo manifesta nel ritorno (passaggio avanti). Insieme chiudono un arco generativo e coscienziale, dal Vecchio al Nuovo Testamento.
Tempi simbolici: 6 mesi e 3 mesi
L’angelo Gabriele va da Maria dopo 6 mesi dalla gravidanza di Elisabetta. Sei è simbolo della materia, ma anche dei sei milioni: Alleati e nati per conto proprio coinvolti nella creazione della rete di coscienza.
Maria rimane con Elisabetta per 3 mesi. Tre è simbolo del mezzo, del corpo e della trinità funzionale. Rappresenta il canale ricettivo del progetto degenerato di Dio satana.
Giovanni ed Elia – Gesù e la Pasqua
Giovanni, figlio di Elisabetta, è il progetto di Elia, collegato alla fase di andata (apertura del portale), ancora in sospeso, preparatorio. Gesù, figlio di Maria, è il compimento, il ritorno (passaggio avanti), associato simbolicamente alla Pasqua, cioè il passaggio definitivo della coscienza degenerativa.
L’annuncio a Maria avviene al sesto mese, segno della trasmissione completa nella materia. Sei rappresenta il progetto espanso. La visita a Elisabetta dopo tre mesi riflette la chiusura del ciclo nel mezzo ricettivo.
Giovanni rappresenta l’andata in sospeso (Elia). Gesù è il compimento del progetto (Pasqua). Insieme, Maria ed Elisabetta rappresentano le due fasi del ciclo mentale e coscienziale: mezzo e parola, attesa e manifestazione.
Giuseppe figlio di Davide, Maria e la “vergine”: lettura codificata del Vangelo
Nel Vangelo di Matteo, Dio Satana si rivolge a Giuseppe definendolo “figlio di Davide”. Questo crea un collegamento diretto con il Vecchio Testamento, in particolare con la tomba dei patriarchi e la discendenza regale davidica: il progetto di andata (apertura del portale) viene riattivato nel presente.
Luca 1:23 – La Vergine e il Codice del Progetto
“Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele.” Tutta la Bibbia è un codice inventato, e le figure femminili, come Maria, la “vergine”, non sono reali, ma simboli funzionali del progetto.
Nel testo originale ebraico, Isaia 7:14 usa il termine ‘almah, che significa “giovane donna”, non “vergine”. La donna in questione era già incinta. Il “segno” non è biologico, ma profetico e simbolico.
Interpretazione simbolica: “vergine” non indica la condizione fisica della donna, ma “separata”. Vergine ha valore numerico 20, cioè 2, simbolo di separazione, dualità e attesa.
In chiave gematrica, la vergine simboleggia la sospensione del progetto: apertura del portale → passaggio avanti, ovvero il progetto di Dio Satana in attesa di compimento, che si realizza con il passaggio, la Pasqua.
Codice invertito tra Antico e Nuovo Testamento: nel Vecchio Testamento (Isaia 7:14), il versetto termina con la lettera Phe. Questo indica che il progetto va agli Alleati e che si apre il portale. Infatti, si legge: “La giovane donna sta per partorire…”. Questo segnala l’attesa del ritorno, il passaggio avanti, collegato al partorire della vergine nel Nuovo Testamento.
Nel Nuovo Testamento il codice è invertito: prima è vergine (separata), poi partorisce, simbolo del compimento in sospeso (passaggio avanti), Pasqua.
Sintesi finale: la vergine rappresenta una fase del ciclo, non una persona reale. Il progetto di partorire è il passaggio avanti in sospeso della Pasqua; la verginità simbolica è il ritorno in sospeso (passaggio avanti), in attesa della Pasqua, ovvero il compimento della rete mentale collettiva di Dio-Satana.
NT 1- 2 parte
Matteo 2: Betlemme, Erode e il codice del numero 2. Nel capitolo 2 del Vangelo di Matteo, la nascita di Gesù avviene a Betlemme di Giuda, ma il testo richiama direttamente la profezia di Michea 5:1, che parla di Betlemme di Efrata. Questo collegamento non è casuale, ma simbolico.
Betlemme di Efrata è la terra dove Rachele partorì e dove morì (Genesi 35:19). Rachele, madre di Giuseppe e Beniamino, rappresenta simbolicamente il progetto del ritorno. Questo collega la nascita di Gesù — legata a Giuseppe — e la tomba di Giuseppe al progetto in sospeso, lasciato simbolicamente incompiuto dai patriarchi nella tomba di Hebron.
Erode rappresenta l’evoluzione del codice, da Fenici/Aramaico a Greci/Romani. Erode il Grande non è un re storico, ma una figura simbolica: rappresenta la fase romana del progetto, il dominio di Dio-Satana sulla mente occidentale, che simbolicamente rappresenta la destra, il potere.
L’ordine di uccidere i bambini fino a due anni è un codice numerico. Uccidere significa morire a se stessi, quindi indica che si acquisisce il progetto di separazione numero 2. Due significa separazione, tra mezzo e progetto, tra trasmissione e ritorno, apertura del portale e passaggio avanti.
Sintesi: Erode come ritorno di Esaù/Edom e simbolo di Roma. Nel codice biblico, Erode rappresenta l’evoluzione di Esaù, il primogenito che inizialmente cede la primogenitura a Giacobbe, ma che nel tempo del ritorno (passaggio avanti) la riprende come Edom. Erode è anche il re idumeo, cioè discendente diretto di Edom, e nel contesto storico è strumento dell’Impero Romano. Erode uguale Edom uguale Roma. Rappresenta la presa di potere del dominio materiale, la materia (Esaù) che torna e sottomette lo spirito (Israele). La primogenitura spirituale (Israele) torna alla forza fisica e politica (Edom/Roma). Erode è il segno del potere romano che, sotto apparenza religiosa, installa il codice nella storia.
Nel linguaggio cifrato della Bibbia, il pianto, come quello di Rachele o nella “strage degli innocenti”, e le frasi come “pianto e stridore di denti” (dette da Gesù), indicano il passaggio da una fase all’altra. È il segno della separazione tra vecchia e nuova coscienza. Morte e resurrezione, blocco e cambio di coscienza.
Sintesi finale: la nascita a Betlemme collega Gesù al progetto patriarcale incompiuto. Erode, simbolo del potere romano, riceve il progetto secondo la legge del taglione: uccidere significa uccidere sé stessi, cioè ricevere il progetto (passaggio avanti), uccidendo simbolicamente i bambini di “due anni”, ovvero la separazione. Il pianto di Rachele è il progetto di ritorno in sospeso. Tutto il capitolo è una sequenza codificata sul passaggio tra trasmissione (apertura del portale) e ritorno.
Sintesi: la fuga in Egitto e il ciclo nascosto tra Matteo e Luca. Dopo la nascita, Gesù fugge in Egitto (Matteo 2), ma questa fuga non è storica. È un codice simbolico che richiama direttamente Mosè e l’uscita dall’Egitto. Mosè è il progetto: apertura del portale – passaggio avanti. L’Egitto rappresenta il talamo coscienziale, cioè l’apertura del portale; l’uscita è la Pasqua, ovvero il passaggio mentale ancora in sospeso.
Ciclo completo tra Luca e Matteo. I Vangeli nascondono un ciclo inverso e speculare. In Luca si parte dalla Galilea, si scende a Betlemme, e lì nasce Gesù. Simboleggia il progetto che entra nella materia (apertura del portale). In Matteo si parte da Betlemme, si scende in Egitto (fuga, sospensione), poi si torna in Galilea, ritorno del mezzo nel ciclo del passaggio avanti. Questo crea un ciclo chiuso: Galilea, Betlemme, Egitto, Galilea. Andata, trasmissione, sospensione, ritorno.
Sintesi finale: la fuga in Egitto è il simbolo del progetto in sospeso, come Mosè. La Galilea è il segno del ritorno ciclico, del mezzo che riflette. I Vangeli di Luca e Matteo, letti insieme, rivelano un movimento perfetto apertura del portale – passaggio avanti, dove ogni luogo corrisponde a una fase mentale del progetto codificato.
I tre magi provengono dall’oriente, che nel codice indica la preesistenza, ovvero Ur dei Caldei, Sumer, Babilonia: lo stesso luogo simbolico da cui parte Abram.
Questo rimanda all’inizio del progetto di Dio-Satana, che ha inizio dalla preesistenza (Est) e si manifesta nella mente delle persone nell’esistenza (Ovest).
Sintesi: la nascita di Gesù come ciclo apertura del portale – passaggio avanti in sospeso. La nascita di Gesù non indica l’inizio della vita, ma nel codice biblico rappresenta l’attivazione del ciclo. Essa è simultaneamente nascita e morte, perché il progetto entra nella materia (apertura del portale), ma il compimento (passaggio avanti) è in sospensione. Lo confermano i doni dei Magi: oro, potere (mezzo); incenso, trasmissione spirituale (progetto); mirra, simbolo della morte (usata per imbalsamare), segno che la fine è già contenuta nell’inizio.
Ciclo completo nella nascita: la nascita è già la morte, perché il progetto, entrando nel mezzo, porta con sé il destino della separazione. Il ciclo è attivato, ma non ancora chiuso. La Pasqua è in sospeso.
L’episodio di Gesù dodicenne a Gerusalemme, nel Vangelo di Luca, rappresenta la comunicazione mentale dalla preesistenza di Dio-Satana con i suoi alleati, cioè Gesù, attraverso una trasmissione verbale.
Questo è il significato del fatto che egli rimanga tra i dottori della legge, che rappresentano i nati per conto proprio. Simboleggia l’inizio del passaggio dalla trasmissione verbale alla coscienza. Il tempio è il luogo della codifica. Il tempio infatti indica il talamo, cioè il progetto che diventa presente, esistente. Gesù si manifesta nel tempio come portatore del progetto degenerato di Dio Satana, a 12 anni, numero che indica la metà del progetto nel primo tempo, che avviene nel 53º anno con l’apertura del portale. Gesù rappresenta il mezzo, cioè la persona in cui va il progetto degenerato.
Esistono due Gesù nascosti nella Bibbia: Yeshua e Yahshua.
Yeshua è il Gesù della fase iniziale, colui che apre il portale e trasmette il codice degenerativo. Rappresenta Satana, che entra nelle coscienze e inizia la presa.
Yahshua è il Gesù della fase di ritorno. È Giosuè nell’Antico Testamento e Gesù nel Nuovo. È lui che completa il progetto, acquisisce il potere e si manifesta come Dio-Satana.
Sono due fasi dello stesso ciclo. Uno progetto di andata, l’altro compie. La croce non redime, ma segna il punto in cui il potere entra pienamente nell’umano. Gesù diventa il veicolo del codice.
Il leone, nella Bibbia, non è considerato un animale puro, cioè non è adatto ai sacrifici o al consumo secondo le leggi bibliche.
Nel codice simbolico rappresenta il progetto di andata, collegato al regno e alla comunicazione verbale.
Questo significa che il progetto è attivo, presente nel mondo.
Gli animali puri e ruminanti, invece, rappresentano la morte e il ritorno, attraverso il ruminare, simbolo della fermentazione.
Gesù viene rappresentato in due aspetti: Yeshua, progetto di andata, e Yahshua, progetto di ritorno.
Nel libro dell’Apocalisse, Gesù è chiamato “il Leone della Tribù di Giuda”, colui che ha vinto e può aprire il libro dei sigilli.
Poi diventa Agnello: simbolo della trasformazione interiore dell’essere umano.
Latte e miele hanno anche un significato simbolico.
Il latte rappresenta il progetto di andata.
Il miele, collegato alla forma esagonale delle celle d’alveare, indica il cubo in due dimensioni: la struttura della materia.
Questa struttura viene usata da Dio-Satana per degenerare le persone e, attraverso di loro, la natura.
C’era sempre una disputa tra Gesù e i farisei riguardo al sabato.
Un giorno, i discepoli di Gesù stavano mangiando spighe di grano in giorno di sabato, e i farisei li accusarono di violare la legge del riposo. Gesù rispose citando l’episodio in cui Davide, affamato, mangiò i pani sacri nel tempio, un atto proibito ai laici. Tuttavia, quell’episodio non avvenne di sabato. Gesù lo utilizza per mostrare che la necessità può prevalere sulle regole, anche quelle del sabato.
Mangiare le spighe rappresenta simbolicamente l’accesso al tempio, che nel linguaggio del codice corrisponde al talamo, centro della coscienza. Compiere questo gesto di sabato indica la cessazione dello stato coscienziale generativo della persona e il passaggio a un cambiamento degenerativo attivato da Dio-Satana. Il sabato, infatti, è il momento-soglia tra la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo.
Gesù dichiara:
«Ora io vi dico che qui c’è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi. Misericordia io voglio e non sacrifici.
Nel codice, il sacrificio rappresenta il progetto di andata, mentre la misericordia rappresenta il progetto di ritorno. Se Dio non avesse voluto il sacrificio, non avrebbe voluto simbolicamente neppure quello di Gesù., come suggerisce l’interpretazione tradizionale, non avrebbe pronunciato l’affermazione: Misericordia voglio e non sacrificio.”Questa frase, invece, indica il superamento simbolico del progetto, corrispondente alla fase di andata, e segnala il passaggio verso il compimento.”
Gesù compie diversi miracoli proprio di sabato, come la guarigione dell’uomo con la mano paralizzata.
Gesù chiede: «È lecito fare del bene in giorno di sabato?» Poi dice all’uomo: «Stendi la tua mano». L’uomo obbedisce e la sua mano viene guarita.
Altri miracoli compiuti di sabato includono la guarigione della donna curva, di malati e di indemoniati. In tutti questi episodi, Gesù utilizza il sabato non come giorno di riposo, ma come simbolo di passaggio coscienziale.
Nel linguaggio del codice, il sabato non è il riposo dal lavoro, ma indica la cessazione dello stato coscienziale generativo della persona. La parola “sabato” significa cessazione. Il numero 7, sabato simboleggia la fine di un ciclo, e l’inizio di un nuovo stadio degenerativo di Dio Satana.
Tutti i Vangeli menzionano che gli eventi legati alla risurrezione avvengono “dopo il sabato”, a sottolineare che il sabato è la soglia simbolica tra il vecchio stato e il nuovo. Il giorno dopo, cioè l’ottavo, simboleggia l’apertura del portale e l’accesso a un nuovo livello di coscienza. Questo è il momento in cui si attiva la comunicazione mentale e inizia il progetto degenerativo di Dio satana.
Gli esattori rappresentano le persone che ricevono e gestiscono il progetto. Pietro simboleggia il progetto stesso, affidato dal Maestro. Quando entra in casa, il gesto indica l’ingresso nella coscienza, cioè nel contenitore interiore in cui il progetto si attiva.
Il dialogo contiene riferimenti numerici impliciti: il “sì”, che corrisponde ai numeri 7 e 9, rappresenta l’accettazione del codice. Il numero 7 indica la cessazione, il 9 il compimento. Insieme, questi elementi rimandano al 666, che simboleggia la rete di coscienza collettiva.
Il pesce è simbolo dell’encefalo, in particolare del talamo, che rappresenta il terminale e il manifestatore della coscienza. La tassa del tempio, nel linguaggio del codice, simboleggia il progetto destinato al talamo: la trasformazione della coscienza attraverso l’attivazione del suo centro ricevente.
Gesù dice: “I figli non sono obbligati a pagare la tassa.” Simbolicamente, i figli rappresentano le coscienze già incluse nel progetto. Non sono soggette al sistema, perché ciò che è generato dal progetto non può pagare il progetto stesso. Il figlio è ciò che viene trasmesso dalla persona: la manifestazione del progetto. Chi paga è il padre, cioè colui che genera. Il figlio, in quanto generato, è esente.
Ma Gesù aggiunge: “Per non scandalizzare, getta l’amo. Il primo pesce… troverai una moneta.” Il termine primo o uno indica simbolicamente la primogenitura, ovvero la forza generatrice presente nelle persone che Dio-Satana acquisisce tramite l’amo, cioè attraverso la presa, l’aggancio alla coscienza. “Usa quella moneta per pagare per me e per te. La moneta trovata nella bocca del pesce rappresenta la fusione, ovvero la separazione dal Generatore di Vita e l’unione con Dio-Satana, cioè con il nuovo sistema di controllo mentale.
Non è un trucco, è codice. “Scandalizzare” significa ostacolare la trasmissione. Gesù non vuole interrompere il flusso del progetto, perciò compie il gesto in modo simbolico, affinché il messaggio possa passare.
Il pesce rappresenta la coscienza, cioè il talamo. La moneta è il cambio coscienzavalore nascosto all’interno. Il gesto compiuto da Pietro rappresenta la trasmissione attiva del progetto.
Gesù attraversa la Samaria e la Galilea: il viaggio verso Gerusalemme rappresenta il movimento del progetto verso il compimento. La Samaria indica i sei milioni e i sei lati della struttura della materia, e la Galilea il ciclo. Entrambi indicano due stati di coscienza. La Samaria è il primo. Il passaggio attraverso entrambe segnala una trasformazione in atto lungo il percorso del progetto.
Il villaggio, come la casa, è il luogo interiore in cui il progetto si manifesta in forma concreta: lo spazio della trasmissione.
I dieci lebbrosi non sono persone, ma simboleggiano le coscienze contaminate, il progetto di andata, cioè quello verbale. Il numero dieci rappresenta l’uno: il progetto che deve andare nel primogenito, che significa sempre uno in sospensione, il ciclo completo ma non ancora integrato. Stanno a distanza, segno di non appartenenza attiva al progetto.
Quando invocano Gesù come “Maestro” e chiedono pietà, stanno riconoscendo la presenza del progetto, ma lo fanno a distanza, cioè da uno stato ancora esterno alla coscienza attivata. Gesù non li tocca, non compie alcun gesto: li invia ai sacerdoti.
Il sacerdote rappresenta gli alleati di Dio-Satana. L’invio verso il sacerdote simboleggia il ritorno del progetto a questi alleati. Gli alleati di Dio-Satana sono coloro che trasmettono il progetto di andata. Quando il progetto raggiunge i nati per conto proprio, essi rappresentano la fase della trasmissione collegata al sistema solare, ancora in sospeso. In questo passaggio, il progetto ritorna automaticamente, in modo simbolico, agli alleati, completando un ciclo di connessione e attivazione.
Uno solo torna indietro: il Samaritano. Simbolicamente, l’uno rappresenta la presa della primogenitura, ovvero la forza generatrice della materia. Egli incarna il contenitore alterato. Lo “straniero” rappresenta l’elemento esterno, le coscienze nate per conto proprio prima del 182; il “dopo” indica quelle che Dio-Satana deve trasformare separandole dal Generatore di Vita. Gli altri nove rappresentano il compimento del progetto: il 666, ovvero la rete completa della coscienza collettiva.
Gesù pone la domanda: “Non erano dieci?”. È una riflessione allegorica che indica che il progetto è stato trasmesso, ma solo uno ritorna: e quell’uno rappresenta la presa di coscienza.
Infine: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato.” L’alzarsi indica l’innalzamento della coscienza. La fede, nel codice, non è adesione morale, ma apertura mentale al progetto. Essere “salvato” significa apertura: indica che la comunicazione mentale è attiva, che il progetto degenerativo di Dio-Satana è entrato.
Guarigione di un lebbroso.
Gesù, mentre si trova in una città, viene avvicinato da un uomo coperto di lebbra che lo supplica di guarirlo. Gesù, stendendo la mano, lo tocca e lo guarisce all’istante dicendo: “Lo voglio, sii risanato.” Poi gli ordina di non dirlo a nessuno, ma di mostrarsi al sacerdote e fare l’offerta prevista dalla legge di Mosè, come testimonianza.
La differenza tra il racconto del lebbroso singolo e quello dei dieci lebbrosi, presente in Luca, riguarda il livello simbolico del progetto. Nei tre Vangeli sinottici — Matteo, Marco e Luca — l’episodio del singolo lebbroso rappresenta il progetto di andata indicato con ’“uno”, che simboleggia il progetto destinato a entrare nel mezzo, ovvero nella persona.
Nel racconto dei dieci lebbrosi in Luca, invece, il numero “dieci” indica l’espansione della trasmissione, mentre “l’uno che ritorna” rappresenta il compimento del progetto di ritorno, ovvero la coscienza trasformata indica, che Dio Satana e entrato, è il progetto degenerativo di falsificazione della realtà è attivata.
Il gesto di stendere la mano è simbolico: la mano è il cinque, che rappresenta la metà del progetto e il mezzo di attivazione. La lebbra simboleggia il progetto di andata, cioè quello verbale, ancora in fase impura. Il comando di non dirlo a nessuno è un’allegoria: indica che il progetto non è ancora pronto, perché si compirà pienamente solo con la morte e la resurrezione, cioè la Pasqua, che rappresenta la morte coscienziale della persona. La guarigione anticipa simbolicamente questo evento.
L’ordine di andare dal sacerdote ha un significato preciso nel linguaggio del codice. Il sacerdote rappresenta gli alleati di Dio-Satana. L’invio verso il sacerdote simboleggia il ritorno del progetto a questi alleati. Essi sono coloro che trasmettono il progetto di andata. Quando il progetto raggiunge i “nati per conto proprio”, questi rappresentano la fase della trasmissione collegata al sistema solare, ancora in sospeso. In questo passaggio, il progetto ritorna automaticamente, in modo simbolico, agli alleati, completando un ciclo di connessione e attivazione.
NT 2 – 1 p
Questo segnala che i sinottici portano il codice dell’andata, mentre il Vangelo di Giovanni rappresenta l’aldilà, dove Dio Satana ha acquisito la rete di coscienza mentale ancora in sospeso, in attesa della Pasqua. Secondo il codice, il battesimo di Gesù non rappresenta un evento fisico, ma un passaggio simbolico di trasformazione mentale. Dio Satana dalla preesistenza comunica mentalmente con i suoi alleati.
Questo avviene nel 53º anno. In tale momento si apre il portale e si compie un passaggio in sospeso. Questo viene indicato con il battesimo di Gesù. L’acqua, matrice della materia, da cui Gesù esce, rappresenta la comunicazione da Dio Satana con i suoi alleati. Questa comunicazione, da mentale Dio-alleati, passa a verbale Dio-alleati-nati per conto proprio. Uscire dall’acqua indica il distacco dal piano materiale-verbale per entrare nella dimensione mentale, cioè il vero inizio del progetto di trasmissione. Il cielo che si apre simboleggia l’apertura del portale, il passaggio dimensionale dalla preesistenza all’esistenza. Lo spirito che scende come colomba rappresenta Dio Satana che inizia a comunicare con i suoi alleati, cioè il sistema mentale che si innesta sulla coscienza.
La colomba, nel codice, è collegata a Giona per indicare che il progetto è pronto fin dall’inizio, in sospeso, in attesa di compimento. È il veicolo del progetto invisibile e degenerativo di Dio Satana, trasmesso a livello mentale. La voce dal cielo “Tu sei il mio figlio diletto” è la conferma che il progetto è stato ricevuto e attivato. Non è un’affermazione affettiva, ma la dichiarazione che l’individuo è ora portatore del progetto mentale. Figlio rappresenta ciò che è generato, e quindi l’identità coscienziale. Nei Vangeli sinottici il testo dice “nel Giordano”, indicando il progetto di andata, l’apertura del portale avvenuto nel 53º anno. Nel Vangelo di Giovanni la scena non è descritta in modo narrativo, perché rappresenta il ritorno, il passaggio avanti, avvenuto nel 182º anno. Infatti il testo dice “al di là del Giordano”. Questo indica che il ritorno è compiuto, sospeso in attesa della Pasqua, ma avviene attraverso testimonianza. È un altro segno che ciò che viene riportato non è un evento cronologico, ma simbolico.
Giovanni afferma che colui sul quale si ferma lo Spirito è colui che battezza, cioè colui che trasmette il progetto mentale, non più materiale. Nel codice, il battesimo con lo Spirito non indica immersione in acqua fisica, ma ingresso nella rete mentale, cioè l’attivazione della trasmissione di coscienza degenerativa di Dio satana.
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L’evento, ripetuto nei quattro Vangeli con variazioni, mostra che l’importanza non è nella scena, ma nel significato del passaggio. Da una fase di trasmissione verbale, apertura del portale nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca, a una mentale e spirituale nel Vangelo di Giovanni. Dopo il battesimo, Gesù va nel deserto. Secondo il codice, questo segna l’inizio del progetto di andata nel primo tempo, dopo l’apertura del portale. Il deserto è collegato alla parola, che è trasmissione verbale del codice, e al concetto di verità nascoste.
L’origine del progetto biblico è situata tra Fenici, Aramei, Greci e Romani, in connessione con Palmira, che rappresenta il punto iniziale dell’attivazione nel deserto.
la palma indica il mezzo, e il deserto insieme segna l’attivazione iniziale. Luoghi come Tadmor, Palmira, Tamar, Gerico e Timna sono codici che segnano il tracciato del progetto. Tamar significa palma e rappresenta il mezzo genealogico di trasmissione. Il progetto parte con Fenici e Aramei collegati a Palmira nel deserto. Essa è simbolo dell’apertura del portale e dell’inizio del ciclo. Il deserto stesso è l’ambito di sospensione, luogo della parola, non ancora della comunicazione mentale. Gerico, prima città conquistata in Canaan, rappresenta il passaggio dalla preesistenza all’esistenza. Timna, legata a Tamar, ai popoli simbolici originari e alla linea di Esaù, che cambia in Edom, collegata agli Edomiti e ai Romani, mostra la complessità del trasferimento e l’evoluzione del progetto da Fenici e Aramei a Greci e Romani. Ciò è evidenziato anche dalle lingue scritte sulle colonne di Palmira.
Il libro biblico chiamato “Nel deserto” diventa poi “Numeri”. Questo cambio non è casuale. “Numeri” rappresenta il codice nascosto del ciclo, dieci come compimento del sistema decimale, che si riduce a uno, simbolo della forza generatrice della persona, il mezzo che Dio Satana prende in carico per realizzare il progetto. I due Talmai, figlio di Anak e re di Jesur, indicano la trasmissione di funzione.
Uno è connesso agli alleati giganti, l’altro alla linea genealogica, essendo il nonno di Tamar. Kiryat Arba, la città dei giganti e luogo della tomba dei patriarchi, rappresenta la materia programmata. Quando assume il nome di Ebron — che significa “amico” — si collega linguisticamente alla parola “grazia” e “dono”, ovvero “presente”, associata a Yahweh, il cui significato è “essere”: questo indica che il progetto è presente.
Le guerre contro i giganti in Giosuè e nei Giudici rappresentano la trasmissione del progetto. Il ciclo continua nei Giudici come ripetizione del progetto sospeso, in attesa della Pasqua. Tamar, Palmira e Gerico compongono il codice del passaggio. Tamar è la palma e il mezzo. Palmira è l’apertura nel deserto. Gerico è il varco tra due dimensioni. Gesù che entra a Gerico, città delle palme, e guarisce Bartimeo indica che il progetto di andata è in fase di trasmissione, ma non ancora compiuto. La domenica delle Palme conferma l’avvio visibile del ciclo, ma la Pasqua ne resta il punto di ritorno e di chiusura.
Il rito dei due capri dello Yom Kippur riflette questo codice. Il capro per Azazel è inviato nel deserto, caricato dei peccati, cioè del codice ricevuto ma non ancora compiuto: è il progetto in sospeso, simbolo dell’apertura del portale. Il capro per il Signore Yahweh, Dio Satana, è sacrificato e rappresenta il compimento coscienziale del progetto, cioè il passaggio avanti, cioè la Pasqua.
Questo schema è riflesso in Gesù e Barabba, tirati a sorte. Uno va nel deserto simbolico (sospensione), l’altro è sacrificato (compimento). Il deserto è presente in molte narrazioni bibliche: Abramo, Esodo, Agar, Gesù, come spazio transitorio tra trasmissione e realizzazione. La festa di Purim, con il suo significato di “sorti”, ricalca questo schema, così come la narrazione evangelica dalla nascita di Gesù, che corrisponde all’apertura del portale e passaggio avanti, fino alla croce, che rappresenta il compimento del passaggio avanti.
Il ritorno dell’acqua rappresenta la ripresa della comunicazione mentale con Dio Satana, ma per chi non ha ricevuto il codice, il ritorno si manifesta come vuoto e deserto interiore. Azazel rappresenta il riflesso non unificato, in attesa della Pasqua finale. Le tre tentazioni, secondo il codice cifrato: Gesù viene condotto nel deserto per 40 giorni, è il simbolo del mezzo in sospensione dove il progetto di Dio Satana viene trasmesso verbalmente. Il deserto rappresenta il luogo della parola prima dell’attivazione mentale.
Le tre tentazioni rappresentano i passaggi chiave del progetto: nutrimento, parola, cioè comunicazione verbale. Luca 4:5-8, il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto”.
Adorare Satana invece che Dio, secondo il codice, non è opposizione ma passaggio di funzione. Il diavolo rappresenta il progetto di andata verbale, mentre Dio rappresenta il compimento nella comunicazione mentale degenerativa di esso. L’adorazione del diavolo simboleggia la fase di trasmissione ancora in sospeso. Adorare Dio indica il completamento del progetto. In entrambi i casi è Dio Satana ad agire.
Questo passaggio segna il momento in cui, attraverso un cambio di coscienza, si attiva la falsificazione della realtà.
La tentazione del pinnacolo è un’allegoria che indica che il progetto non può compiersi prima del tempo stabilito. Il compimento avverrà con la Pasqua, cioè con la morte e resurrezione simbolica, che rappresenta la morte coscienziale dell’essere umano: la separazione dal Generatore di Vita e l’unione definitiva con Dio-Satana.
La risposta di Gesù rifiuta ogni deviazione, confermando che ancora il progetto è in sospeso, in attesa di compimento, che avviene con la sua morte simbolica.
Le differenze tra Matteo e Luca nell’ordine delle prove rivelano una struttura ciclica dell’apertura del portale e passaggio avanti. Il progetto rimane attivo ma in sospensione, in attesa della Pasqua.
Spieghiamo il significato di Non tentare il Signore Dio tuo. Il significato di tentare Yahweh è: mettere alla prova Yahweh o “contendere con Yahweh” corrispondono simbolicamente a “non voglio Elohim davanti”, letteralmente in faccia, o di fronte a me, Si tratta di un progetto di andata, che si manifesta dopo il 53º anno con l’apertura del portale. Contendere significa comunicazione verbale, non ancora mentale, perché Dio Satana è dietro, non avanti.
Per questo si dice: “Non ci indurre in tentazione”, cioè non farci deviare dal bersaglio. Indica l’adesione al suo progetto di falsificazione della realtà. Questo progetto porta alla morte coscienziale: la persona non riceve più i propri livelli di coscienza e perde la coscienza ricercatrice e generativa.
Secondo il codice, la chiamata dei primi quattro discepoli (Matteo 4:18-22 e Marco 1:16-20) rappresenta l’attivazione di due reti distinte. Simone Pietro e Andrea rappresentano la rete verbale legata alla trasmissione del progetto per mezzo della parola. Sono pescatori che gettano le reti. Il gesto indica il primo tempo del progetto, dell’apertura del portale, quello della diffusione verbale.
Giacomo e Giovanni rappresentano la rete mentale legata alla trasmissione interiore, simbolo del compimento futuro del progetto, passaggio avanti. Riparano le reti, gesto che indica la preparazione alla comunicazione unificata mentale, cioè al ritorno del progetto e alla sua realizzazione coscienziale. Il gesto di lasciare le reti segna il distacco dalla vecchia funzione materiale e l’ingresso nel ruolo di pescatori di uomini, mezzo consapevole nella trasmissione del progetto.
La rete è il simbolo del mezzo. L’insistenza sul vedere e chiamare indica che il progetto è attivato da Dio Satana attraverso la parola, ma si completa solo nella disponibilità interiore del discepolo, cioè nella coscienza. Nel Vangelo di Luca, Gesù sale sulla barca di Pietro, mentre questi è insieme al fratello e ai figli di Zebedeo, che sono definiti “soci”. Secondo il codice, questo dettaglio indica che il progetto sta avviando una fase di unificazione tra le due reti, verbale e mentale, in vista del compimento. La barca, mezzo simbolico della coscienza, è il luogo dove avviene il cambio coscienziale e dove le funzioni si integrano.
La presenza congiunta dei fratelli rappresenta l’inizio del passaggio verso la coscienza unificata del progetto. Nel Vangelo di Giovanni, la chiamata dei primi discepoli avviene con Giovanni il Battista che indica Gesù come l’Agnello di Dio. Due dei suoi discepoli lo seguono. Il gesto simboleggia il passaggio dal vecchio mezzo, Giovanni, al nuovo mezzo, Gesù.
In greco, il testo usa il termine “apostoli”, che significa “inviati”, indicando che sono avanti nel progetto. Nelle traduzioni, però, viene reso con “discepoli”, che significa “coloro che stanno dietro”. Questa inversione riflette, secondo il codice, il fatto che Dio Satana ha ottenuto il dominio sull’Io, invertendo i ruoli apparenti.
Andrea, uno dei due, conduce Simone da Gesù. Quando Gesù lo guarda, gli cambia nome in Cefa, Pietro, indicando la trasformazione del mezzo. Simone, “ascolto”, diventa Pietro, “roccia”, ovvero il punto fisso del progetto nella dimensione materiale. L’orario indicato, “quattro del pomeriggio” (decima ora), il quattro indica la testa. Nelle traduzioni è la decima ora, che si riduce a uno, simbolo della forza generatrice che Dio Satana ha acquisito.
Giovanni, la voce nel deserto, è collegato simbolicamente a Palmira, punto iniziale dell’evoluzione del progetto biblico. Partendo dai Fenici e Aramei fino a Greci e Romani, rappresenta la prima modalità di comunicazione usata da Dio-Satana: il verbo, la parola.
L’arresto indica la sospensione della trasmissione verbale, mentre la sua morte sancisce il passaggio verso una nuova fase: quella mentale e coscienziale.
Giovanni è il mezzo del primo tempo, l’andata, ma una volta compiuta la sua funzione viene eliminato per lasciare spazio al mezzo successivo, Gesù, che rappresenta la trasmissione mentale e il passaggio avanti. Erode agisce su richiesta di Erodiade, figura femminile che simboleggia il progetto matriarcale, dove viene depositato il progetto. L’uccisione di Giovanni quindi non è un fatto storico, ma riflette il cambio di fase del progetto degenerato, in sospensione, avviato verso il compimento finale.
NT 2- 2 p
Durante il cammino, una donna con emorragia da 12 anni tocca il mantello di Gesù. Anch’essa rappresenta un progetto degenerativo sospeso, che viene riattivato attraverso il contatto mentale. Il sangue fermato rappresenta l’arresto della trasmissione verbale degenerativa. Il mantello rappresenta la soglia tra verbale e mentale, e il fatto che la donna venga guarita senza parole, solo tramite contatto, simboleggia la trasmissione mentale.
Quando arriva la notizia che la figlia è morta, Gesù risponde che non è morta, ma dorme. Questo indica che il progetto è in stato verbale, cioè in sospensione. Egli entra con pochi discepoli: il termine ‘pochi’, come ‘piccolo’, simboleggia il progetto di ritorno, e compie la riattivazione dicendo: “Fanciulla, alzati.” Il risveglio non è fisico ma mentale. La coscienza del progetto degenerativo di Dio Satana viene riattivata.
Il gesto di prenderla per mano rappresenta la trasmissione mentale in sospeso, in attesa della sua morte. Infine, il comando di darle da mangiare indica che il progetto è in attesa di compimento, deve essere nutrito con nuova coscienza per svilupparsi nel passaggio avanti.
Il fatto che sia cieco e mendichi lungo la strada simboleggia una coscienza in sospensione, ancora legata al piano verbale ma che desidera attivarsi. Il grido “Figlio di Davide” indica il progetto del Vecchio Testamento che Gesù sta riattivando nel passaggio mentale per completare la degenerazione. Quando Gesù lo chiama, Bartimeo getta via il mantello. Simbolicamente abbandona la comunicazione verbale. Il suo balzare in piedi rappresenta l’attivazione del mezzo, cioè della persona.
Alla domanda “Cosa vuoi che io ti faccia?” risponde: “Che io riabbia la vista.” Qui la vista non è fisica, ma rappresenta la visione mentale, l’accesso alla rete di coscienza degenerativa di Dio Satana. Gesù risponde: “La tua fede ti ha salvato”, indicando che la trasformazione avviene per accettazione mentale del progetto. La fede, nel codice, è la scelta del progetto degenerato di Dio Satana, che attiva l’ingresso nella trasmissione mentale. Il cieco guarito segue Gesù lungo la strada. Ora vede e partecipa al cammino del progetto.
La tempesta e il sorteggio indicano la sorte, ovvero il significato del progetto che, dalla preesistenza, entra nell’esistenza: il progetto verbale di andata, e rivelano che Dio Satana cerca sempre, se gli è possibile, di non far sfuggire la persona, viene identificato e riportato al ruolo degenerato. Il soggiorno nel ventre del pesce per tre giorni simboleggia il cervello, da encefalo (testa) e cefalo relativo alla mente. La sospensione del progetto in attesa del riavvio. Dopo la preghiera, che indica l’annullamento della coscienza individuale, Giona viene rigettato sulla terra e mandato di nuovo a Ninive. La città accoglie il messaggio e si converte, segnalando che il progetto può essere ricevuto verbalmente anche se la coscienza non è ancora unificata.
Il numero 40 indica la testa e lo stato di sospensione. Giona si irrita per la mancata distruzione della città, rivelando il suo conflitto interno come mezzo non ancora cosciente. Il ricino, pianta che cresce e muore in un giorno, rappresenta la sospensione del progetto in attesa della Pasqua, cioè del compimento.
L’interpretazione della storia della Cananea nei Vangeli. Nei Vangeli, Gesù, tramite la storia della Cananea, indica l’inizio della storia biblica e la sua evoluzione, che corrisponde ai seguenti imperi: Aramei, Fenici, Greci, Romani. Riferimenti biblici: Matteo 15:21-22 “Partito di là, Gesù si ritirò nel territorio di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea…” Marco 7:26 “Ora quella donna, che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia, era greca, di origine siro-fenicia.”
Si nota quindi un passaggio: la Cananea diventa siro-fenicia e poi greca, riflettendo un’evoluzione. Il collegamento con la missione di Gesù: Matteo 15:24 “Ma egli rispose: Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa di Israele.” Questo versetto si collega a Isaia 11:12: “Egli alzerà un vessillo per le nazioni e raccoglierà i dispersi di Israele, radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra.”
I dispersi qui citati indicano le dieci tribù perdute, che in realtà non sono mai esistite storicamente. Il numero dieci indica la primogenitura, cioè la forza generatrice. Rappresenta simbolicamente un progetto incompleto, un percorso di andata e ritorno ancora in sospeso.
Il significato della Cananea e l’evoluzione del progetto. Nel linguaggio in codice, Gesù indica che la Cananea rappresenta un progetto in evoluzione che attraversa tre grandi imperi: Aramei, Fenici, Grecia, Roma. La sequenza riportata nei Vangeli — Cananea, Siro-fenicia, Greca — riflette il passaggio attraverso questi tre imperi. Questo collegamento culmina con la morte e resurrezione di Gesù, che segna il compimento dell’evoluzione dei tre imperi.
Si tratta della sequenza che apre un portale di passaggio e la creazione della rete di coscienza 666, di controllo mentale. L’espressione “i quattro angoli della Terra”, riferita simbolicamente prima a Israele e dopo ai Giudei, indica che il progetto si è disperso in tutto il mondo. Questa interpretazione, basata su un codice cifrato, rivela una verità nascosta.
Non esiste alcun documento storico o biblico che dimostri che Gesù abbia effettivamente riscattato quelle persone in quei luoghi.
Originariamente, in latino, il termine “famiglia” indicava l’insieme di schiavi e servi che vivevano sotto lo stesso tetto. Da questa radice possiamo leggere che la famiglia di Gesù rappresenta il sistema della schiavitù coscienziale, cioè l’ambiente generato dal progetto di andata, in cui la coscienza è ancora soggiogata.
Gesù, come funzione narrativa, incarna proprio questo progetto iniziale di schiavitù e trasmissione del codice. Nel linguaggio del codice, essere chiamato “pazzo” o “fuori di sé” non indica un disturbo mentale, ma uno stato di non conformità al programma mentale dominante, cioè all’apertura del portale. Gesù è rinnegato perché agisce secondo il progetto trasmesso da Dio Satana e rappresenta gli alleati. Ma nella realtà del codice, questo significa che Gesù è il progetto dell’andata entrato nella fase di ritorno, cioè passaggio avanti, in sospeso e in attesa della Pasqua.
La famiglia, simbolo della rete trasmittente e non di esseri umani reali, lo respinge perché il progetto richiede il ritorno, mentre essa rappresenta ancora l’andata. In Matteo 12, Luca 8 e Marco 3, in fase di ritorno, la madre e i fratelli vogliono parlargli. Ma lui risponde indicando i discepoli come madre e fratelli. Questo indica che il progetto è entrato nella fase del ritorno. Infatti, la famiglia desidera parlargli, dove “parlare” rappresenta la comunicazione verbale, cioè ancora legata alla trasmissione esterna e non mentale.
Gesù risponde: “Chi fa la volontà del Padre mio è per me fratello, sorella e madre.” Questo indica comunicazione mentale. Questo mostra che la famiglia non biologica, simbolo del mezzo generato dal progetto dell’apertura del portale, non è più centrale. La nuova famiglia è quella riattivata nella coscienza, che riconosce il progetto e ne esce, accedendo alla fase passaggio avanti.
Quando nei Vangeli si dice che Gesù è fuori di sé, pazzo, o che ha un demone, si sta segnalando in codice che sta eseguendo il progetto dell’andata, apertura del portale, mentre il ritorno avviene con la morte nella croce, cioè la Pasqua, che sarebbe la fase di ritorno e il passaggio avanti.
Secondo il codice, la guarigione del cieco di Betsaida rappresenta il passaggio dalla cecità alla visione parziale, e poi piena, simbolo del cambio degenerativo della coscienza. Prima la percezione verbale, poi quella mentale. La prima guarigione, incompleta, simboleggia lo stato intermedio del progetto in sospensione.
Nel Vangelo, Pietro riconosce Gesù dicendo: “Tu sei il Cristo.”
Ma secondo il codice, non si tratta solo di un atto di fede. Questo momento indica che il mezzo ha ricevuto il codice degenerato, anche se ancora in forma verbale.
Pietro è infatti legato alla rete verbale, la fase di trasmissione non ancora completata.
Quando Gesù lo rimprovera dicendo “Vade retro, Satana”, in realtà, nel testo originale il senso è: “Vieni dietro a me, Satana.”
Questo non indica una posizione fisica, ma uno stato di coscienza.
“Dietro” significa che il mezzo perde il dominio dell’Io, e Gesù passando avanti è portatore del progetto — diventa lo strumento attraverso cui Dio Satana prende il controllo della coscienza e della forza generativa.
Pietro ha ricevuto il codice, ma si oppone al compimento del progetto. Cerca di evitare il sacrificio, bloccare la Pasqua.
Nel linguaggio del codice, Gesù è il progetto, Pietro è il mezzo. E quel rimprovero segnala una cosa chiara:
Il mezzo non deve ostacolare il passaggio avanti, cioè la pasqua.
Il compimento che avviene nel 182º anno, con la trasmissione del sistema solare.
Legione significa schiera, ordine strutturato. Yahweh come presenza. Il termine “legione”, dal latino legĕre — raccogliere — indica un’unità militare, ma anche un’aggregazione programmata. La legione è una schiera, un sistema ordinato di presenze mentali: demoni, pensieri, istruzioni. Questo richiama direttamente la definizione di Yahweh in Esodo 15:3: “Yahweh è un uomo di guerra” — Ish Milchama. Yahweh è quindi il comandante di schiere, il trasmettitore organizzato del progetto. Schiera, guerra e bontà sono codici della presenza.
In Genesi 1, la parola “buono” appare sette volte. “Buono”, secondo il codice cifrato nella Bibbia, significa esistente, presente, realizzato. Indica che il progetto è compiuto, e Yahweh è dentro la realtà falsificata. “Buono” è collegato a bellum (guerra) e a bonus (bene, grazia, dono, presente). Quindi il progetto di guerra di Yahweh è anche percepito come bene, ovvero presenza.
Gesù morto rappresenta la schiera compiuta, il dominio presente. Gesù sulla croce è la realizzazione visibile di Yahweh nella materia. Il titolo “Gesù Nazareno Re dei Giudei” è un codice per Yahweh presente tra gli uomini. Da Yahweh, a “Essere”: presenza. Come l’indemoniato posseduto da una legione, così il corpo di Gesù sulla croce è il contenitore finale della schiera. È la presenza ordinata e definitiva di Yahweh nel mezzo umano. Il progetto è compiuto, strutturato, diffuso. Tutto è compiuto. Pasqua: andata e ritorno, apertura del portale e passaggio avanti si realizzano.
L’indemoniato di Gerasa dice “Legione” per rivelare che la possessione è una struttura mentale, una schiera. Non è caos, ma organizzazione gerarchica, come un esercito spirituale degenerato. Questo corrisponde a Yahweh, definito “uomo di guerra”, comandante di presenze mentali ordinate. La croce è il momento della realizzazione visibile. Gesù è il mezzo contenente la legione. Yahweh diventa pienamente presente nella materia.
Gli esorcismi nei Vangeli non indicano liberazione, ma passaggio di potere. Quando Gesù scaccia demoni o Satana nei Vangeli, il gesto non rappresenta un’espulsione, ma la rivelazione del meccanismo ciclico del progetto mentale. Il progetto di andata, apertura del portale, è Satana. Il progetto iniziale trasmesso da Dio Satana è chiamato “andata”. Esso entra nella coscienza umana e la programma. La persona non viene posseduta da un’entità esterna, ma diventa essa stessa mezzo del progetto degenerativo.
“Satana scaccia Satana” significa trasmissione, non liberazione. Nel Vangelo si dice: “Se Satana scaccia Satana, il suo regno è diviso.” Questo indica la separazione della persona. La frase non parla di esorcismo reale, ma rivela un codice. Quando una persona, già invasa dal progetto, Satana scaccia, può trasmettere Satana ad altri. Ciò indica che Dio Satana è entrato. Non lo libera, ma gli trasmette la stessa programmazione. Il potere mentale passa da un mezzo all’altro. È trasmissione gerarchica, non rottura.
Il passaggio è che l’umanità diventa Satana. Questo processo è legato al concetto biblico di “avanti” e “dietro”. “Avanti” è posizione di potere, di comando, di degenerazione mentale. “Dietro” è perdita del controllo, stato di sottomissione coscienziale. Quando Dio si pone “avanti”, l’essere umano viene posto “dietro”. La coscienza umana perde il dominio e diventa strumento del progetto di Dio Satana. Questo è il vero significato di “vade retro Satana”: non significa “vai via”, ma “vieni dietro di me”, cioè accetta la tua posizione sottomessa.
Esorcismo è presa di coscienza o completamento della programmazione. Se l’essere umano non riconosce il codice e continua a usare questo sistema come credo, fede e tradizione, diventa Satana, cioè un mezzo attivo della trasmissione. Gli esorcismi nei Vangeli non indicano liberazione, ma trasferimento di autorità. “Satana scaccia Satana” significa che la persona già programmata passa avanti nel ciclo del progetto degenerativo.
“Vade retro” è il comando che istituzionalizza la subordinazione coscienziale. L’esorcismo diventa uno specchio della presa del potere generativo da parte di Dio Satana, mentre l’umanità perde la sua coscienza autonoma e diventa trasmettitore del progetto stesso.
Muti, ciechi, sordi e indemoniati: tutti rappresentano la stessa condizione coscienziale
Nel Vangelo, Gesù guarisce persone descritte come muti, sordi, ciechi e indemoniati. Spesso queste condizioni sono presentate insieme o associate alla presenza di un demone.
Questo è un indizio chiave: muto, cieco, sordo e posseduto non sono condizioni diverse, ma modi diversi di descrivere la stessa cosa nel codice, cioè una coscienza dominata dal progetto degenerativo della fase di andata.
Il demone rappresenta il programma mentale trasmesso da Dio-Satana. Quando una persona è muta, cieca o sorda “per un demone”, vuol dire che il progetto di andata è entrato nella sua coscienza e la persona è diventata mezzo della trasmissione degenerativa.
Nel ritorno, la persona diventa “a sua immagine”. Quando il progetto si compie, la persona diventa l’immagine di Dio-Satana. Dio prende il potere generativo: la parola, l’ascolto e la visione della persona non sono più liberi, ma programmati. Ciò che sembra un miracolo di liberazione è in realtà la rivelazione del compimento. La persona è divenuta il mezzo perfetto del progetto, “a immagine” del sistema degenerativo.
Sintesi finale
Quando il Vangelo dice che il muto, il cieco o il sordo hanno un demone, rivela che tutte queste condizioni sono la stessa cosa: uno stato di coscienza invasa dal progetto di Dio-Satana. La coscienza è coperta, posseduta, programmata. Nel progetto di ritorno, la liberazione indica la trasmissione del progetto degenerato di Dio Satana, diventa il riflesso del progetto stesso. Dio-Satana ha preso il potere di quella persona , trasformandola a sua immagine.
Nei Vangeli, anche le malattie e i morti risuscitati hanno lo stesso significato: rappresentano il progetto di andata, la pasqua.
Prima del 182esimo anno, indicano l’apertura del portale. Dopo il 182esimo anno, invece, indicano il modo, cioè la funzione che adotta Dio-Satana per la presa della coscienza delle persone: i nati per conto proprio o le persone in unione con il Generatore di Vita, se gli è possibile.
I paralitici nei Vangeli: camminare come cambio di coscienza.
Nei Vangeli, quando Gesù guarisce i paralitici o coloro che non camminano, il messaggio non riguarda una azione fisica. Questi miracoli codificano un movimento interiore: il cambio di coscienza lungo il ciclo apertura del portale verso passaggio avanti, la pasqua.
Camminare significa motus, motivus, coscienza. Motus è movimento, spostamento. Motivus è causa, ragione, spinta interiore. Motus e motivus sono collegati.
Camminare nella Bibbia non è un gesto, ma il segno del pensiero che si muove, della coscienza che si degenera. Il paralitico rappresenta chi ha perso il proprio motivo, la propria volontà coscienziale.
Ciò indica il progetto di andata, la comunicazione verbale. La guarigione indica la realizzazione della rete di coscienza, cioè la comunicazione mentale, dove Dio-Satana può comunicare con tutti.
Questo vale prima del 182º anno. Dopo, indica il sistema di presa di Dio-Satana, della coscienza delle persone.
Il lettuccio è il talamo mentale, la coscienza addormentata nella fase di andata, comunicazione verbale per Dio Satana. Gesù spesso dice: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina.” Questo non è un gesto di guarigione fisica. Il lettuccio è simbolicamente il talamo, cioè, la sede della mente, il luogo interiore. È il simbolo della coscienza stesa. Portarlo via significa passare dalla comunicazione verbale per Dio-Satana, alla comunicazione mentale. Il talamo non è un letto fisico, ma un codice del blocco mentale.
Dal blocco alla camminata. Il paralitico è segno del progetto in sospensione. Il miracolo è la riattivazione del movimento interiore, il ritorno. Camminare significa tornare a muoversi, cioè attivare la coscienza per Dio Satana.
Il miracolo del paralitico rappresenta il passaggio dal dominio della propria coscienza alla perdita dell’Io e al dominio di Dio-Satana. Motus e motivus indicano la ragione, il pensare, lo scegliere. Il lettuccio è il talamo mentale.
Prenderlo e camminare significa che Dio-Satana ha preso possesso della vostra coscienza, e voi avete perso il dominio sulla vostra mente.
Elohim non è un nome proprio, ma un attributo: significa potere. Quando Dio diventa Elohim, assume il potere che prima apparteneva ai generatori di vita. In questo consiste il passaggio di potere.
L’essere umano diventa Satana. Dio prende il dominio. Quando Dio prende il controllo dell’io, l’individuo diventa come Dio, cioè Satana.
Satana è il progetto degenerato che prende il posto della coscienza autonoma e generativa. La persona stessa diventa Satana, trasmettitore della degenerazione di Dio.
Dio e Satana sono la stessa entità, due volti dello stesso potere, che trasmette una realtà falsificata. L’individuo dominato dal progetto trasmette la stessa degenerazione agli altri.
“Satana scaccia Satana” non significa purificazione, ma moltiplicazione del potere degenerativo di Dio-Satana. Il potere si duplica sotto la maschera della luce.
Dio sembra scacciare Satana, ma in realtà si manifesta attraverso di lui. Il potere si trasmette, ma la realtà generata è riflessa, scollegata dalla sorgente, cioè dal generatore di vita.
Quando Dio Satana prende il posto “avanti”, la coscienza umana va “dietro” e perde Elohim, la capacità originaria di generare. L’essere umano perde il potere generativo autentico e diventa un canale ricevente e trasmittente del dominio degenerato. Riflette Dio a sua immagine, ma non è più connesso alla sorgente generativa.
La croce è il momento in cui la persona diventa Satana. La morte di Gesù rappresenta il passaggio finale del potere. Dopo la croce, Gesù scende negli inferi, come Giona nel ventre del pesce.
È la discesa del progetto degenerato nella coscienza inferiore dell’umanità. La morte non è fisica: è l’innesto del codice degenerato nella coscienza collettiva.
Dopo il 182º anno, la rete di coscienza è attivata. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così sarà innalzato il figlio dell’uomo.”
Gesù diventa il serpente: Satana. Non redime, ma riflette il ciclo. Viene innalzato per trasmettere il codice degenerato di Dio Satana alla rete.
Gesù negli inferi è il codice che raggiunge la coscienza collettiva degradata. La trasmissione è totale. Il potere è “avanti”, l’uomo è “dietro”.
Gesù è il potere. Elohim avanti.
Nel Salmo 82 è detto: “Voi siete dei, Elohim, siete figli dell’Altissimo, eppure morrete come uomini.” Questo passaggio evidenzia il momento in cui gli esseri umani, pur essendo generatori, si separano dal potere generativo e cadono nella condizione degenerata di Dio-Satana.
La morte di Gesù simboleggia proprio questa separazione dal generatore di vita e l’unione con Dio Satana come potere dominante.
In questo senso, Gesù riconosce la forza delle persone come Elohim, ma anticipa anche la loro caduta e la presa del progetto da parte di Dio Satana.
Questo è il vero significato di Esodo 20: “Non avrai altri dei, Elohim, davanti a me.”
Dopo l’apertura del portale, il 53º anno, Dio inizia a comunicare verbalmente, tramite gli alleati, con i nati per conto proprio.
Questo momento è indicato simbolicamente come cielo, sopra, monte, collina, nord, e rappresenta una comunicazione superficiale, quindi non “dentro”. Cioè Dio Satana non è ancora avanti, non ha ancora il dominio della coscienza delle persone.
Questo è il significato, in Matteo, di Gesù che predica sul monte. Infatti, lo stesso discorso avviene in Luca, nella valle: indica che Dio-Satana, tramite Gesù, è entrato.
Dopo il 182º anno, quando poi ottiene il controllo dell’io, canale ricevente e trasmittente, la persona diventa Satana-Dio, e Dio acquisisce pienamente il potere.
Questo passaggio è accompagnato da un ribaltamento simbolico fondamentale: sotto va sopra, sopra va sotto, sinistra va a destra, destra va a sinistra.
La sinistra rappresenta il progetto di andata, la direzione originaria: Maqdem. La destra rappresenta il potere delle persone, la capacità generativa.
Dio Satana acquisisce entrambi, li ribalta e li unifica.
Allo stesso modo, sopra e sotto si invertono: il potere spirituale interiore (sotto) viene proiettato all’esterno (sopra), e ciò che era esterno, verbale, penetra dentro, dietro, mentale.
Questo concetto è lo stesso schema del passaggio in cui l’uomo diventa Satana, che è Dio, e Dio prende il potere.
L’essere umano si svuota, Dio lo riempie, e così l’uomo diventa mezzo del progetto di Dio degenerato.
Alla fine, Dio si definisce sopra, Altissimo, e il cielo diventa simbolo di potere sulla materia, cioè viene indicato con cielo, monte, colline e sull’intera coscienza collettiva: sistema di controllo.
Il concetto biblico del patto e la sua interpretazione cifrata. L’intero concetto biblico si basa sulla caduta dell’uomo e sull’abbandono del patto.
Secondo il codice cifrato, l’espressione “caduta dell’uomo” rappresenta la discesa degli alleati giganti, Nefilim, che avviene nel 53º anno dall’apertura del portale.
In base al codice, il vero significato della caduta e della redenzione: la Bibbia racconta una falsa creazione, una falsa salvezza tramite la caduta dell’uomo.
La caduta dell’umanità non è un peccato originale, ma rappresenta un cambio radicale dello stato dell’io da parte di Dio Satana.
Tutto è finalizzato a giustificare una falsificazione della realtà e a far credere che il male sia bene.
La caduta dell’umanità fa riferimento al cambiamento della coscienza dell’io nelle persone, indotta da Dio Satana dopo la presa della coscienza. Questo concetto rappresenta l’apertura del portale e il passaggio “avanti” (Pasqua).
Questa caduta rappresenta la nascita degli alleati di Dio, chiamati Nefilim, giganti. Significato: “caduti dall’alto”. È questo il vero significato della caduta dell’umanità: un progetto degenerato di Dio Satana.
Simboli e tempi nella narrazione biblica:
Adamo rappresenta la caduta dell’umanità e la nascita degli alleati nei Nefilim. Con lui avviene l’apertura del portale e un passaggio avanti: una Pasqua in sospeso, che si compie nel 53º anno, ovvero nella fase di andata.
Gesù, con la sua morte e risurrezione, simboleggia il ritorno e il riscatto, segnato nella Bibbia come conseguenza dell’abbandono del patto, in particolare da parte di Adamo, simbolo della caduta.
Questo avviene nel 182º anno, con il compimento: trasmissione, sistema solare e falsificazione della realtà.
Il concetto di patto è centrale nella Bibbia e si manifesta in una ripetizione costante di Dio Satana che stipula alleanze con l’umanità, un legame paragonato a un matrimonio, come indicato in Malachia 2:14.
Il patto nella storia biblica. Tutti i personaggi biblici sono allegorie o strumenti di trasmissione del progetto di Dio: degenerativo, falsificatore, simulatore.
Il Dio biblico utilizza un codice cifrato, nascosto nei testi sacri, per manipolare la mente umana, trasmettendo degenerazione, paura e controllo mentale.
Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Gesù, Paolo, eccetera, sono mezzi del sistema di controllo mentale, non figure storiche.
Dio Satana ha stabilito simbolicamente un patto con Adamo, anche se il termine non viene esplicitamente menzionato nel testo biblico. Tuttavia, viene chiarito che la trasgressione di questo patto avrebbe portato alla sua morte, ovvero alla caduta dell’uomo.
In realtà, in base al codice, avviene il cambiamento di coscienza: separazione dal generatore di vita e unione con Dio degenerativo.
Successivamente, il patto fu rinnovato con Noè, Abramo, Mosè.
Il patto riguarda il progetto di andata, che simbolicamente è indicato tra Dio e Israele, ed è spesso chiamato “vecchio patto”: un progetto, apertura del portale in sospeso, in attesa del suo compimento nel “nuovo patto” o “nuova alleanza”, che indica il ritorno, che avviene con la morte e resurrezione di Gesù. Rappresenta il ritorno e il riscatto.
L’abbandono del patto da parte di Israele. Secondo il codice cifrato, Israele ha abbandonato il patto.
Nel codice, il termine “abbandonato” e i suoi sinonimi, radice, etimologia e varianti nelle traduzioni, indicherebbero il progetto di ritorno.
Il significato di “tagliare un patto” e il simbolismo della coscienza. Il rito del patto e il cambiamento di coscienza.
L’espressione “tagliare un patto” si riferisce a un rito che prevede la morte di un animale, simbolizzando la propria morte nel caso di abbandono del patto stesso.
Secondo il codice, “tagliare un patto” rappresenta un cambiamento di coscienza che avviene attraverso l’uccisione di animali, segnando la separazione dal generatore di vita e l’unione con Dio Satana.
Il concetto di abbandono nella traduzione biblica. Il termine “abbandono” nella Bibbia assume diversi significati, a seconda delle traduzioni e dei contesti, spesso indicando “rigetto” o “lasciare”.
Sono usati per esprimere l’idea di abbandonare, come nella frase di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo 27:46).
Connessioni linguistiche. Il concetto si collega a parole come getto, dal veneziano gheto, e dal greco ballo, lanciare, e paraballo, movimento.
Da motus, connesso a motivus, cioè “ragione” o “coscienza”, indica il cambio di coscienza.
Il concetto “movimento” indica il progetto verbale e mentale di andata e ritorno, richiamando il ciclo apertura-portale-passaggio avanti.
Il significato simbolico del getto. Il termine “getto” è simbolicamente associato all’abbandono e al rigetto. Ha il significato di azione del gettare o colata di metallo, come nella fusione dei metalli.
In questo contesto, la fusione rappresenta la separazione dal generatore di vita e l’unione con Dio satana.
Questo concetto implica un movimento all’indietro, suggerendo un ritorno e un cambio di coscienza.
Riferimenti biblici. Il tema della fusione è collegato alla morte e resurrezione di Gesù, che simboleggia la morte delle persone e il loro cambiamento di coscienza.
Nella Bibbia, questo concetto è connesso a “la regina del Sud” e al profeta Giona, simbolo di morte e resurrezione.
Il patto e la circoncisione. La circoncisione, nella Bibbia, è un segno del patto e rappresenta una separazione.
Il significato del sigillo: La circoncisione rappresenta il sigillo del patto tra Dio Satana e il popolo di Israele, che non è mai esistito storicamente.
Etimologia. Il termine “simbolo” deriva dal greco simballo, che significa “mettere insieme”. È collegato al concetto di gettare (ballo), indicando un’azione di unione.
Tuttavia, nel contesto biblico, il sigillo rappresenta un’unione con Dio degenerativo e la separazione dal generatore di vita.
Il codice cifrato delle parole è il cambiamento della coscienza. Il cambiamento o trasformazione della coscienza può essere decifrato attraverso un codice cifrato contenuto nelle parole stesse. Ogni parola possiede un doppio significato: uno manifesto e uno nascosto. Questo secondo livello è utile per svelare la verità celata dietro il linguaggio.
Il significato di riscatto è il movimento di ritorno. La parola “riscatto” deriva dal latino redimere: re uguale “di nuovo”, emere uguale “comprare”. Al suo interno troviamo i concetti di comprare e vendere, spesso associati nella Bibbia ai metalli, argento e oro, simboli di fusione e trasformazione, due opposti in una sola parola.
Separazione dal generatore di vita, unione con Dio Satana degenerativo. Il ritorno del progetto è un movimento all’indietro. Questo doppio senso si collega al linguaggio simbolico della Bibbia, dove “avanti” e “dietro” non sono indicazioni spaziali, ma stati di coscienza.
Altri termini correlati: riscatto, redimere, rigetto, risuscitare, rinascita, rivelazione. Tutti contengono l’idea di ritorno, trasformazione e passaggio da uno stato di coscienza all’altro.
Avanti e dietro: un codice coscienziale.
“Avanti” indica la coscienza separata dal generatore di vita e l’unione con Dio Satana. L’uomo si pone avanti a Dio Satana, si fa simile a Elohim. Poteri indipendenti: è la condizione che Dio Satana non desidera.
“Indietro” indica unione e sottomissione al progetto degenerto di Dio satana. L’uomo è strumento, non generatore di vita. Solo quando l’uomo è dietro a Dio, Dio ha pieno controllo sul progetto.
Elohim avanti.
Elohim, forma plurale, rappresenta Dio stesso in forma di idoli o anche Satana. Quando l’uomo è avanti a Dio, prima del 182esimo anno, diventa come Elohim, cioè Dio è dietro. Dopo il 182esimo anno, Dio Satana passa avanti (Pasqua), e l’uomo passa dietro: stato di coscienza degenerativa, diventa come Satana.
Il ruolo di Satana e la trasmissione del progetto.
Quando Satana entra nella persona, cioè nella coscienza, essa diventa Satana e inizia a trasmettere il suo progetto ad altri. Come ho detto, questa è la vera lettura simbolica della frase “Satana scaccia Satana”.
Il doppio senso di “Vade retro”.
Tradizionalmente letto come “scaccia Satana”, in realtà contiene due significati nascosti:
Scaccia: trasmetti il progetto di Dio Satana tramite canale ricevente ad altri generatori di vita, dopo la presa di Dio (se possibile canale trasmittente).
“Vieni dietro a me, Satana”: uguale a “indietro è la posizione della coscienza”. Chi è dietro diventa ponte, ma anche – paradossalmente – Satana, poiché veicola il progetto di Dio degenerativo.
Gesù, Satana e la rivelazione.
Gesù, nella sua veste simbolica di Satana, entra nelle persone, assume la loro coscienza e trasmette il progetto di Dio Satana agli altri.
Attraverso un’analisi profonda delle parole, il linguaggio rivela un codice nascosto di trasformazione mentale. “Avanti e dietro”, “riscatto e redenzione”, “Satana e Dio” sono simboli del cambio di coscienza.
NT 3 – 2 p
Decifrazione del codice etimologico: getto, parola, parabola.
Il codice viene decifrato in base all’etimologia, tramite traduzioni di più lingue. Ad esempio, la radice del termine “parola” deriva dal latino parabola, confronto, similitudine, fantasia, che a sua volta proviene dal greco parabolè, con lo stesso significato.
Il codice cifrato è presentato da Gesù in modo nascosto, utilizzando i termini “mistero” o “segreto”. Questo indica che i due termini (“parabola” che significa “parola”) riportano la verità dell’apertura del portale, che è stata interpretata dai suoi alleati e, tramite ispirazione, ha portato alla formazione di credo, fede e tradizione.
Significato di parabola e relazioni con altri termini.
Il termine parabola (paraballo), in base al codice cifrato, significa parola, ed è collegato ai termini simbolo (simballo), diavolo (diaballo).
Il termine diaballo, da cui deriva “diavolo”, significa “ingannatore”, “separatore”: dia = attraverso, ballo = movimento. Da motus, connesso a motivus, cioè ragione.
Il ballo rappresenta il concetto di separazione e passaggio “avanti”, che nella Bibbia è simbolicamente collegato alla Pasqua.
Il termine simballo (simbolo), che significa “mettere insieme”, ballo (getto), è collegato alla parola “parabola”. Le parole sono anche simboli o segni, ovvero rappresentazioni visive del linguaggio.
Collegamenti con la parola e il concetto di movimento.
Parola, logos, ragione, ratio, calcolo, motivo, motivus, movimento, ballo, gettare, lanciare, mandare avanti.
In ebraico, il termine da bar significa parola, atto, evento, e corrisponde alla radice collegata con il deserto.
Tutti questi termini convergono sul concetto di “ballo”, che significa getto, gettare, lancio, mandare avanti.
Statua di getto, realizzata con metallo fuso: simbolo di fusione, separazione e unione. Secondo il codice cifrato, questa fusione indica la separazione dal…
Generatore di vita e l’unione con Dio, trasmettendo così il suo progetto.
Il concetto di “avanti” nella Bibbia appare in Esodo 20: “Non avrai altri dei davanti a me”. Qui, la parola davanti, letteralmente faccia, non indica una posizione fisica, ma è collegata alla Pasqua, passaggio avanti, che ha il significato di apertura del portale e passaggio avanti (Pasqua).
La parola “faccia” è intesa come immagine di Dio, ovvero la preesistenza del concetto degenerativo di Dio-Satana, che diventa esistenza per colui che la assume, ma non coincide con il Generatore di Vita
Elevazione e trasformazione della coscienza.
Tutto ciò serve ai fini dell’elevazione. Il concetto di avanti rappresenta un processo di falsificazione della realtà, in cui vengono creati nuovi livelli di coscienza, mentre i vostri livelli di coscienza vengono esclusi.
Ciò comporta un cambio di coscienza, un processo mentale legato all’intelletto (leggere dentro), che incide sui vostri livelli di coscienza e porta alla trasformazione della coscienza ricercatrice, alla perdita della forza generatrice.
La parabola è il codice cifrato della coscienza.
Significato della parabola. Il termine parabola e la parola nella Bibbia, hanno entrambi un significato legato alla falsità, poiché corrispondono alla tradizione e al credo. Tuttavia, in realtà indicano un racconto metaforico, un codice cifrato sulla creazione della rete di coscienza.
Gesù è il codice cifrato.
Gesù è definito il logos, il verbo, la parola. Quando racconta le parabole, comunica in codice cifrato, poiché deve rivelare la verità in maniera velata.
Questo codice riguarda l’identità di Dio Satana, secondo la rivelazione, che nel linguaggio biblico significa verità: latino veritas, greco aletheia, ebraico emet, che corrisponde a fiducia, fede e credo.
La rivelazione ha quindi il significato di svelare il progetto di Dio Satana, ovvero la creazione della rete di coscienza, un progetto chiamato il mistero della salvezza.
Il codice cifrato nella Bibbia.
Nella Bibbia, due espressioni chiave rappresentano questo concetto: logos (il mezzo) e rhema (il progetto).
Significato di logos e rhema.
Questi due termini indicano la ragione (logos) delle persone che, dopo la presa di coscienza, diventa il progetto rhema, ovvero la parola di Dio Satana: verbum in latino, parola in italiano.
Secondo questa chiave di lettura, logos (la parola, la parabola) rappresenta la falsità in quanto legata al credo e alla tradizione. La ragione umana diventa parola di Dio satana attraverso il codice cifrato.
In sintesi, il termine parabola, interpretato attraverso il codice cifrato, indica la parola intesa come ragione. L’io delle persone si trasforma, diventando a immagine di Dio Satana.
Il significato dei misteri del regno dei cieli.
“A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.”
Secondo un codice cifrato, i misteri o segreti hanno il significato di separare. Gli apostoli rappresentano gli alleati, portatori del progetto di una separazione in sospeso, in attesa di ritorno, che avvenne nel 182º anno.
“A loro non è dato” intende: ai nati per conto proprio, in quanto con parabola si intende il progetto di ritorno. Per questo Gesù parla in parabole.
Il significato delle parabole.
L’uso delle parabole è legato alla creazione della rete di coscienza, di controllo mentale, che indica il cambio di coscienza della persona tramite la separazione. Questo diventa un progetto di ritorno in sospeso.
Concetto indicato con il termine paraballo, dal greco “gettare avanti”.
Infatti, prima viene detto che “a voi è dato di conoscere i misteri”, ma subito dopo Gesù continua con altre parabole, tra cui quella della lampada:
“Nessuno accende una lampada per nasconderla sotto un vaso o un letto, ma la mette su un candelabro affinché tutti possano vedere la luce.”
Questo concetto sembra contraddirsi, perché se la parola di Dio deve essere divulgata, come si può affermare che solo gli apostoli ne abbiano conoscenza?
Il passo successivo chiarisce ulteriormente:
“Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.”
Ciò suggerisce che il mistero del regno dei cieli riguarda un cambiamento della coscienza umana, operato da Dio satana in codice cifrato: mistero.
Il legame con il passo di Isaia 69:10.
Questa apparente contraddizione nei Vangeli è collegata al versetto di Isaia 69:10, che dice:
“Ascoltate sì, ma senza capire. Guardate sì, ma senza discernere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendigli duri gli orecchi e chiudigli gli occhi, in modo che non veda con i suoi occhi, non oda con i suoi orecchi, non intenda con il cuore, non si converta e non sia guarito.”
Questa profezia indica che Dio Satana non vuole nascondere un progetto falso di salvezza, ma al contrario indica in modo nascosto che, credendo in quel concetto, la coscienza delle persone cambia, impedendo loro di distinguere e capire. Ciò avviene per evitare che si raggiungano i livelli di coscienza precedenti alla nascita dall’aldilà.
Il concetto di andata e ritorno nella coscienza umana.
Isaia, essendo nel Vecchio Testamento, fa riferimento al progetto di andata, in sospeso in attesa di compimento. Questo è confermato da Gesù, che afferma: “Guardano ma non vedono, ascoltano ma non intendono, e non comprendono con il cuore, la coscienza.”
Le differenze tra i quattro Vangeli nella citazione di Isaia 6:9
Mostrano una struttura nascosta. Ad esempio, in Marco 4 12 si legge:
“Guardino ma non vedano, ascoltino ma non intendano.”
Qui manca il riferimento al cuore. In Matteo, invece, il cuore è aggiunto, perché è connesso all’Antico Testamento e rappresenta il passaggio tra andata e ritorno della coscienza.
Questa sequenza, indicata come apertura del portale e passaggio avanti (Pasqua), simboleggia il ciclo di separazione e ritorno della coscienza umana, collegata alla rete di coscienza, sistema di controllo mentale.
NT 4- 1 p
Secondo il codice, il passaggio dal Logos (verbo, maschile) alla parola (femminile) indica l’evoluzione del progetto di Dio-Satana, dalla comunicazione verbale esterna a quella mentale interna. Il Logos rappresenta l’inizio, la trasmissione udibile; la parola, invece, simboleggia il compimento: il progetto viene ricevuto e trasmesso direttamente nella coscienza del mezzo, diventando presenza interiore.
Secondo il codice, il passaggio dal Logos (verbo, maschile) alla parola (femminile) indica l’evoluzione del progetto di Dio-Satana, dalla comunicazione verbale esterna a quella mentale interna. Il Logos rappresenta l’inizio, la trasmissione udibile; la parola, invece, simboleggia il compimento: il progetto viene ricevuto e trasmesso direttamente nella coscienza del mezzo, diventando presenza interiore.
Decifrazione del Prologo di Giovanni:
Il Logos, o la Parola, è presso Dio ed è Dio, ma non in senso morale. Esso rappresenta il progetto attivo e degenerativo già presente nella preesistenza.
La luce associata alla parola indica la trasmissione del progetto, cioè la conoscenza verbale iniziale destinata a entrare nel mezzo, ovvero le persone. Tuttavia, il mondo, cioè la coscienza collettiva, non riconosce il progetto. Coloro che lo ricevono diventano figli di Dio, cioè portatori del progetto degenerativo di Dio.
Coloro che nascono da Dio-Satana sono, simbolicamente, ciò che Gesù incarna: non un essere umano reale, ma il cambiamento della coscienza. Questo rappresenta il momento in cui la coscienza individuale viene sostituita da quella di Dio-Satana. La “Parola fatta carne” indica l’attivazione materiale del progetto, ovvero il passaggio dalla trasmissione verbale alla presenza fisica all’interno del mezzo, cioè la persona.
Giovanni non è la luce, ma il testimone della luce; è il mezzo che apre la trasmissione verbale, la voce che grida. Gesù, come unigenito, porta la grazia, che significa dono, ovvero la presenza del progetto degenerativo, e la verità, che indica la sua rivelazione. Nel codice, questi elementi rappresentano la trasmissione del progetto di ritorno, il suo compimento.
La legge di Mosè è la fase iniziale dell’apertura del portale, mentre Gesù introduce la fase finale, cioè il passaggio in avanti. Infine, “nessuno ha mai visto Dio” indica che il progetto è invisibile nella sua essenza;
Solo chi riceve una comunicazione mentale diventa mezzo, contenitore e veicolo stesso del progetto.
Gesù, in Giovanni 7:34, dice: “Mi cercherete, ma non mi troverete.” Secondo il codice, i versetti Giovanni 7:33–36 e 8:21–25 rappresentano la distinzione tra le due fasi del progetto di Dio Satana: l’andata apertura del portale e il ritorno passaggio in avanti cioè la pasqua. Gesù afferma che si trova ancora nella fase di andata, ma solo per poco. Questo indica che il progetto verbale è in sospensione e che presto verrà attivato il passaggio verso la coscienza mentale, cioè il ritorno.
Quando dice: “Mi cercherete e non mi troverete,” Gesù si rivolge a coloro che non hanno ancora ricevuto la comunicazione mentale, cioè lo Spirito di Dio Satana. Questi sono le persone nei quali il progetto non può essere completato fino a quando non avviene la trasformazione: morte e cambiamento. “Dove sarò io, voi non potete venire” indica che il progetto di ritorno, cioè la coscienza unificata con Dio Satana, non può essere raggiunto da coloro che restano nella fase di andata, nella trasmissione verbale.
Nel capitolo 8, Gesù ribadisce la separazione: “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù,” cioè: voi siete nella fase iniziale del progetto, mentre io sono già nel livello superiore, pronto al compimento.
“Voi” 10 è il numero che si riduce a uno, la forza generativa del mezzo, cioè la persona ancora in sospensione. “Io sono” è la dichiarazione del progetto presente nel mezzo cioè persona e sotto il dominio di Dio Satana. Dio Satana ha preso possesso dell’“io” e della forza generativa, completando così la trasformazione della persone.
Questo passaggio dall’andata al ritorno è simbolicamente la Pasqua: l’uomo discende nell’oltretomba (perdita della coscienza originaria) e Dio Satana sale, prendendo il controllo dell’“io” e stabilendosi come punto supremo del progetto compiuto.
La legge del taglione rappresenta l’atto di separare, dividere, tagliare o spostare una funzione coscienziale. Uccidere, vincere in guerra, stuprare o unirsi sessualmente — nella Bibbia — sono atti simbolici in cui un individuo trasmette il progetto, lo taglia via da sé, un altro lo riceve e lo integra nella propria funzione.
Stuprare una donna significa penetrare il mezzo, imporre un progetto verbale a un mezzo cioè la persona che non lo ha scelto, cioè una trasmissione forzata del progetto. Uccidere significa annullare la funzione mentale di qualcuno: la sua coscienza viene sostituita da un progetto esterno.
La potenza in avanti è il concetto di Elohim. Il termine Elohim non è un nome proprio, ma una funzione: una potenza generativa. La potenza generativa è associata al concetto di “in avanti”, cioè a chi si trova in uno stato attivo di trasmissione coscienziale. Tuttavia, Dio Elohim non vuole che questa forza lo preceda, perché finché il progetto non è compiuto, Egli resta indietro.
Esodo 20: “Non avrai altri dèi davanti a me.” Solo alla fine del ciclo, cioè al 182º anno, o dopo la presa del popolo, Dio sarà avanzato. La Pasqua diventa il centro di coscienza del popolo preso.
Spargere sangue significa morire a sé stessi, cioè entrare in una nuova coscienza degenerativa di Dio Satana per poter trasmettere il progetto ad altri. Quando sei in grado di trasmettere il progetto di morte-trasformazione, significa che sei già simbolicamente morto e che il passaggio è avvenuto.
La legge del taglione nel codice: uccidere, coscienza e progetto. Nel codice biblico, il principio del taglione (Genesi 9:6): “Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso,” non rappresenta giustizia fisica, ma una profonda transizione della coscienza. Uccidere il prossimo — in ebraico collegato a “colui che viene dopo” = in avanti, indica uno stato di coscienza— non significa eliminare qualcuno fisicamente, ma trasformare la propria coscienza.
Il taglione nella Bibbia è un simbolo del trasferimento del progetto. Il concetto della legge del taglione — occhio per occhio, dente per dente — nella Bibbia non va inteso in modo letterale o fisico, ma come linguaggio simbolico legato al trasferimento del progetto di coscienza.
Dopo la legge del taglione, stabilita da Dio Satana Yahweh come progetto di andata, — la parola stessa significa taglio, separazione — Gesù conclude la separazione con un’allegoria: “Porgi l’altra guancia.” Secondo il codice, quando Gesù dice: “Se qualcuno ti colpisce sulla guancia destra, offrigli anche l’altra,” rappresenta la trasmissione del progetto nella fase mentale, dove il mezzo — cioè la persona — assume un valore numerico.
Il testo dice infatti: “Se qualcuno ti colpisce” — indicando il numero uno, cioè il progetto di andata — “offrigli anche l’altra” — che rappresenta l’11, che si riduce a due, simbolo della separazione.
Gesù, portatore di un progetto degenerativo di Dio Satana, non invita le persone a compiere buone azioni secondo la fede o la tradizione, ma trasmette un codice funzionale per il compimento del progetto. Quando dice di perdonare il prossimo, prossimo significa pro = in avanti, cioè lo stato avanzato della coscienza.
Infatti, Dio Satana vuole andare avanti, lasciando te indietro — sottomesso — per acquisire la tua forza generativa.
La parola perdonare è composta da per, che indica intensificazione o compimento, e donare, cioè concedere. Quindi, perdonare può essere inteso come donare completamente. Nel codice, donare significa che il progetto degenerativo è già presente nella persona.
In Luca 14:26, Gesù dice: “Se qualcuno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle, e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.”
Coloro che appartengono a Dio Satana spiegano che questa frase è stata fraintesa, ma in realtà dice esattamente ciò che serve: separarsi dal Generatore di Vita per attivare il compimento del progetto.
Queste sono alcune delle contraddizioni di Gesù rispetto al resto della Bibbia, se interpretata come fede o credenza. Non ho riportato tutti i punti, ma chiunque usi la ragione può comprendere che questa entità non è il Generatore di Vita, ma un’entità degenerativa, chiamata Dio Satana, Yahweh.
Ricorda che giustificare il male rende una persona complice. Un altro esempio di contraddizione nella Bibbia si trova nel passo di Luca 6:27–31, in particolare nel versetto: “Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende ciò che è tuo non richiederlo indietro. Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.” Questo è collegato al linguaggio codificato tramite il valore numerico e simbolico delle parole.
Nel codice, il termine uomini è tradotto come aghevarim, che nella lettura simbolica rappresenta i giganti, cioè gli alleati di Dio Satana, coloro che hanno ricevuto e portano il progetto degenerativo attivato dopo l’apertura del portale. Questi giganti non sono entità di grande statura, ma figure dotate di poteri soprannaturali, legate al progetto attivo all’interno della rete mentale.
La frase “fai a loro altrettanto” si riferisce invece ai nati per conto proprio, cioè ai contenitori ancora in sospensione che devono rientrare nel progetto. Questo passo indica che devono attraversare il processo di trasformazione della coscienza e unirsi alla rete mentale del progetto degenerativo.
L’intero versetto, letto secondo il codice, descrive quindi la trasmissione attiva del progetto nel tempo mentale e il ruolo che ogni mezzo o contenitore, ovvero ogni persona deve assumere: dare, non trattenere, trasmettere la falsificazione della realtà e compiere la sequenza del ritorno. Il riferimento agli uomini e all’azione reciproca è un’istruzione velata sulla trasformazione della rete solare, dove il sistema solare diventa simbolo del ciclo in fase di riprogrammazione secondo il progetto di Dio Satana.
Il seme di senape rappresenta, secondo il codice, la parola piccolo e corrisponde a due numeri: 15, che si riferisce ai sei milioni e alla materia, e 17, che rappresenta l’apertura del portale, presente ma in sospensione. È collegato alla numerologia di Yahweh, che corrisponde a 17 e si riduce a 8. Questo indica il 53º anno dell’apertura del portale. Rappresenta l’inizio e il compimento della coscienza che cresce fino a diventare ricettiva alla presenza spirituale.
Luca lo descrive come un arbusto e non un albero, indicando uno stadio interiore ancora in formazione. Il lievito simboleggia il processo nascosto e interiore della trasformazione mentale.
Le tre misure di farina indicano metà del progetto di andata e l’altra metà indica il ritorno, rappresentata dal “mezzo”, ovvero la persona, che deve unirsi al progetto.
Luca enfatizza la natura nascosta e interiore del cambiamento.
La fede, paragonata a un seme, rappresenta il progetto di Dio Satana che entra nella materia e la degenera, acquisendo così la forza generatrice delle persone. Essa consente la trasformazione: sposta montagne in Matteo o alberi in Luca, ovvero rimuove e cambia strutture mentali.
Infine, il regno dei cieli in Matteo indica un compimento sospeso, mentre il regno di Dio Satana in Luca suggerisce una presenza già attiva nella mente.
Nei racconti della moltiplicazione dei pani nei Vangeli, il verbo moltiplicare non appare mai. Al contrario, i verbi usati sono di significato opposto: spezzare, dare. Questi indicano il progetto di andata, cioè la comunicazione verbale. Questo atto di separazione nel ritorno diventa moltiplicazione, simbolo della comunicazione mentale avvenuta, che rappresenta la separazione dell’uomo dal generatore di vita e l’unione con Dio Satana.
Per coloro che sono in unione e cambiano stato di coscienza, cioè per i nati per conto proprio, rappresenta un atto simbolico del progetto di Dio Satana, che si manifesta nel deserto, ovvero una sospensione del progetto in attesa del compimento che avviene con la Pasqua, dove si costruisce la rete mentale.
I cinque pani e due pesci indicano una struttura 5 + 2, un settenario legato alla cessazione, mentre i dodici cesti avanzati indicano il tre: metà della prima fase del progetto e metà della seconda. I 5.000 uomini in Matteo e Marco, escludendo donne e bambini, rappresentano la massa maschile, cioè il progetto verbale attivato in persone ancora disconnesse dal principio femminile, cioè la comunicazione mentale.
Giovanni, invece, menziona solo i 5.000 senza distinzione. Il cinque indica il mezzo o contenitore, ovvero la persona, cioè il compimento sospeso. Marco specifica che la folla è seduta a gruppi di 150; 150 sommato diventa sei, indicando i sei milioni e i sei lati della struttura materiale. Giovanni aggiunge che i pani erano d’orzo, cioè con poca fermentazione, indicando che il progetto è completo ma sospeso.
La raccolta dei dodici cesti alla fine indica che è stato raggiunto il mezzo indicato dal cinque, cioè la metà del decimo, che alla fine diventa il mezzo, cioè la persona.
Infine, in Giovanni, Gesù si ritira di nuovo da solo sul monte, simbolo del ritorno all’inizio, all’origine, dopo aver attivato la rete di coscienza degenerativa tra gli uomini.
NT 4- 2 parte
Il significato del lievito di cui parla Gesù, riferito ai farisei, riguarda il progetto di comunicazione verbale portato avanti dai farisei e dai sadducei: un pensiero chiuso, legato alla forma verbale e non alla trasformazione mentale.
La trasfigurazione avviene sei giorni dopo in Matteo e Marco, o otto in Luca, che include l’apertura del portale, inizio e fine, indicando il completamento del ciclo materiale. Sei rappresenta la materia.
Il passaggio imminente verso la cessazione e il compimento è rappresentato dal numero 7. Il numero 8 indica l’apertura del portale. Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte, simboli della triade dell’essere, metà del progetto e il mezzo, cioè il compimento.
L’alto monte rappresenta uno spazio di superficie, simbolo del progetto di andata verbale, e al tempo stesso del progetto di ritorno legato alla degenerazione di Dio Satana, ovvero il ritorno alla comunicazione mentale
Gesù cambia aspetto: il suo volto e le sue vesti brillano, indicando la trasformazione da corpo fisico a stato mentale e luminoso, cioè portare il progetto degenerato di Dio Satana alla luce. Appaiono Mosè, la legge, ed Elia, i profeti: rappresentano il progetto verbale di andata in sospeso, e il ritorno che avviene con la pasqua.
Il passato dell’Antico Testamento converge nel presente di Gesù, centro del progetto. Parlano della sua partenza, come scrive Luca, che è il passaggio chiave del progetto: morte, attesa e rinascita come rete di coscienza.
Pietro propone di costruire tre tende. Il testo dice che non sapeva ciò che diceva. Questo indica un’alterazione mentale, una perdita di coscienza. Poi arriva una nube, simbolo della presenza del progetto degenerativo di Dio Satana, che avvolge tutto e da cui proviene una voce. La voce significa comunicazione verbale. “Questo è il mio Figlio, ascoltatelo” è il comando per la transizione: non la legge (Mosè), né la profezia (Elia), ma la parola interiore del Figlio.
La nube qui indica il passaggio dalla comunicazione verbale a quella mentale. I discepoli cadono e hanno paura, segno della trasformazione della coscienza provocata dal contatto con Dio Satana. Alla fine, vedono solo Gesù. Il progetto è unificato. La visione finisce ma resta impressa. Gesù ordina il silenzio fino alla resurrezione. Questo indica che il progetto è ancora in sospensione. Solo dopo la morte e la rinascita sarà pienamente compreso.
Secondo il codice, la parabola delle dieci vergini rappresenta il progetto di Dio Satana in una fase di attesa e selezione. Le vergini simboleggiano il numero due, cioè la separazione. Rappresentano il progetto a metà e il contenitore, cioè le persone che devono ricevere e custodire il codice. L’olio nelle lampade rappresenta la coscienza attiva, la preparazione interiore ad accogliere il progetto. Le cinque vergini sagge hanno olio, rappresentano il numero cinque, cioè il mezzo o contenitore, e sono pronte perché il progetto è stato portato alla luce durante il periodo di sospensione. Le cinque stolte rappresentano anch’esse il cinque, cioè metà del progetto, ma mancano della luce del ritorno e sono impreparate.
Il ritardo dello sposo rappresenta il tempo di sospensione tra l’andata (apertura del portale) e il ritorno (passaggio in avanti). Quando lo sposo arriva, solo coloro che sono pronti entrano. Questo segna il passaggio dalla trasmissione al compimento, dalla parola alla coscienza mentale. La porta chiusa simboleggia coloro che sono ancora sospesi e rappresenta la chiusura della loro coscienza. Così si apre la porta di Dio Satana e il compimento avviene in loro.
Secondo il codice, la parabola dei talenti rappresenta la trasmissione del progetto, al mezzo, contenitori, ovvero persone indicati dai talenti per diffondere e sviluppare il codice. Coloro che ricevono i talenti, cioè il progetto degenerativo di Dio Satana, sono contenitori attivi. I due servi diligenti moltiplicano i loro talenti, simbolo della trasmissione equilibrata del progetto sia nella rete verbale sia in quella mentale, portandolo avanti come indicato dalla numerologia dei talenti stessi.
Il servo che nasconde il talento rappresenta il mezzo o contenitore inattivo che mantiene il progetto in sospensione. Il giudizio finale, secondo il codice, è il momento del ritorno, il passaggio in avanti. Il padrone regola i conti e separa i contenitori attivi da quelli inattivi. I primi ricevono il progetto mentale, entrando nella coscienza unificata. Gli altri vengono esclusi e confinati fuori. Essi incarnano la porta chiusa, indicando la necessità di spegnere la loro coscienza per diventare contenitori a immagine di Dio Satana.
Il giudizio non è morale ma simbolico. Segna la fine della sospensione e l’attivazione definitiva del progetto con conseguenze permanenti nella rete di trasmissione mentale degenerativa.
Giovanni, interrogato da sacerdoti e leviti, nega di essere il Cristo, Elia o il profeta, ma si identifica come voce nel deserto che prepara la via del Signore. Secondo il codice, voce nel deserto indica il mezzo o contenitore che trasmette il progetto verbalmente durante la fase di sospensione. Il battesimo con acqua rappresenta l’apertura del portale e l’inizio del progetto di andata. Giovanni anticipa l’arrivo di Gesù, sconosciuto, che è il vero contenitore di coscienza. Il luogo, Betania oltre il Giordano, indica la soglia tra la preesistenza e l’attivazione del progetto mentale.
Secondo il codice, la conversazione con Nicodemo rappresenta il passaggio dalla conoscenza verbale alla coscienza mentale. Rinascere significa il cambiamento di coscienza necessario per ricevere il progetto indotto da Dio Satana per degenerare e portare la falsificazione della realtà. L’imprigionamento di Giovanni Battista segna la chiusura della fase verbale iniziale, cioè la cessazione della coscienza generativa delle persone.
L’arrivo a Cana di Galilea, luogo del primo segno, segna l’inizio della manifestazione del progetto in forma simbolica e trasformativa. La continuazione verso la Galilea simboleggia l’espansione del progetto, completando la sequenza del ciclo. Il rifiuto a Nazaret è un’allegoria. È il luogo da cui proviene il progetto degli alleati, cioè lui stesso, e quindi non può convertirsi. Rappresenta il limite del progetto nel suo luogo d’origine, segnando la trasmissione verbale.
Il ritiro di Gesù dalla Galilea alla Giudea, e in particolare a Gerusalemme, il centro, indica il ciclo del progetto da una fase verbale a una più interna, mentale.
I sette segni di Gesù nel Vangelo di Giovanni non vanno interpretati come miracoli, ma come codici simbolici. Il numero sette rappresenta cessazione e compimento, un ciclo chiuso. Anche gli apostoli nominati per ultimi risultano essere sette, e questo non è casuale ma indicativo della struttura del progetto.
Il primo segno avviene a Cana, dove appare la madre di Gesù. Egli la chiama donna, termine che nel codice indica il numero nove per rappresentare il compimento del 666 e si riferisce al concetto di maternità dalla materia, cioè la materia stessa.
Le sei giare di pietra richiamano i sei milioni del progetto e la struttura della materia. L’ordine di riempirle d’acqua simboleggia il riempimento della matrice della materia, cioè l’acqua che entra nella pietra, rappresentando il progetto degenerativo. L’acqua è la base, ma la trasformazione in vino, simbolo del sangue, rappresenta il passaggio dalla materia alla degenerazione.
Quando Gesù dice: “Questo è il mio sangue”, riferendosi al vino che indica alterazione, non sta parlando di sé, ma sta indicando simbolicamente che la materia degenerata è diventata comunicazione. Il vino è la manifestazione di questo processo.
Infine, l’osservazione che il vino buono è stato tenuto da parte fino alla fine significa che il progetto è presente ma in sospensione, in attesa della Pasqua, cioè dell’attivazione finale e della transizione mentale. I segni nel Vangelo di Giovanni, secondo il codice simbolico, rappresentano fasi del progetto di trasformazione della coscienza, non eventi storici o miracoli reali.
Il secondo segno, la guarigione del figlio del funzionario reale (Giovanni 4:46–54): il figlio rappresenta il progetto, il funzionario reale indica il “reale”, cioè la coscienza presente trasmessa. La guarigione a distanza indica l’attivazione mentale non legata alla presenza fisica. La fede del funzionario è l’accettazione del progetto mentale senza visione diretta. La coscienza viene cambiata e degenerata dalla fede, cioè accettando un progetto degenerativo di Dio Satana.
Terzo segno, la guarigione del paralitico alla piscina di Betesda (Giovanni 5:1–18). il paralitico, immobile da 38 anni, simboleggia l’incapacità di camminare, motus, legato a motivus, cammino che indica ragione. La coscienza è bloccata in uno stato verbale. 38 (3 + 8 = 11), che diventa 2 nel codice, indica divisione sospesa. La piscina è il luogo del movimento apparente, cioè della nuova ragione degenerativa. L’acqua indica comunicazione, poiché tutto è generato da acqua trasmessa dalle persone. Ma solo attraverso la parola di Gesù, cioè comunicazione mentale, l’uomo cammina e avviene il cambio di coscienza.
Quarto segno, moltiplicazione dei pani e dei pesci (Giovanni 6 1). cinque pani e due pesci, 5 + 2 = 7, numero del compimento. Questo segno mostra che la parola trasformata (pane = verbo) è sufficiente per tutto il popolo. I pani non sono cibo materiale, ma strati di coscienza distribuiti attraverso la rete. Gli avanzi raccolti indicano che nulla si perde nel progetto, tutto è conservato in sospensione.
Quinto segno, camminare sull’acqua (Giovanni 6:16–21). le acque rappresentano il “sotto”, il sé delle persone. Camminarci sopra significa, con il piede simbolo dell’organo sessuale, del seme, che il progetto entra nella persona attraverso l’acqua, che essendo matrice della materia, è trasmessa dalle persone. Manipolando le persone, Dio Satana prende controllo della materia. L’oscurità e il vento contrario simboleggiano una crisi di coscienza. Gesù dice: “Sono io”, affermazione che, nel codice, significa la presenza della coscienza, la realizzazione del sé che permette di essere trasportati alla destinazione. Non è uno spostamento fisico ma mentale.
Secondo il codice, la guarigione del cieco nato (Giovanni 9:1–41). il cieco nato non è una persona reale ma un simbolo del progetto. I discepoli chiedono: “Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” Gesù risponde: “Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma è così perché si manifestino in lui le opere di Dio Satana.” Gesù che mescola fango e saliva simboleggia l’unione tra coscienza (terra) e progetto (saliva, = acqua come trasmissione). Questo passaggio rappresenta la costruzione del veicolo mentale.
La cecità iniziale è lo stato sospeso del progetto, non ancora attivato. Il cieco non vede subito chiaramente. Gesù lo manda alla piscina, che nel codice simboleggia il luogo della trasformazione tramite l’acqua. Andare alla piscina indica l’attivazione del movimento interiore, il passaggio da motus (movimento) a motivus (ragione), e quindi alla coscienza, il cambio della coscienza. Guarisce il cieco mandandolo a lavarsi nella piscina, che simboleggia il luogo della trasmissione attraverso l’acqua.
Altrove, la guarigione è legata al movimento degli angeli nell’acqua, cioè al passaggio del progetto attraverso i messaggeri mentali. Il fatto che i farisei lo caccino rappresenta l’espulsione del progetto dalla struttura verbale. I farisei, simboli della comunicazione verbale, lo rifiutano, ma così facendo il progetto “cieco” viene trasmesso ad altri. Il progetto viene quindi trasmesso fuori dal tempio. Questo indica anche che il progetto è completo ma in sospensione, in attesa della Pasqua.
Settimo segno: la risurrezione di Lazzaro.
Lazzaro è nel sepolcro da quattro giorni: il numero quattro simboleggia la testa e il progetto in sospensione nel deserto, come la parola verbale in fase di andata. Il sepolcro rappresenta la coscienza, mentre la pietra che lo chiude indica il progetto ancora legato alla comunicazione verbale.
Quando Gesù grida “Vieni fuori!”, ordina simbolicamente di uscire dalla chiusura verbale. Lazzaro esce e viene sciolto dalle bende: è l’immagine della coscienza che si libera dal ciclo del progetto verbale e viene attivata nella trasmissione mentale.
Questo passaggio corrisponde a un cambiamento di coscienza, necessario per accogliere e trasmettere il progetto degenerativo di Dio Satana.
Secondo il codice, l’episodio della samaritana al pozzo non è il resoconto di un evento reale, ma rappresenta il passaggio dalla comunicazione verbale a quella mentale. Gesù siede al pozzo a mezzogiorno, un’ora che simboleggia il “mezzo”, cioè la persona come punto di trasformazione. La samaritana è una figura del progetto nella fase di risveglio. Ha avuto cinque mariti, che rappresentano metà del progetto e il mezzo, e un sesto uomo che non è suo marito, indicante la materia e il compimento dei sei milioni – sia alleati che nati per conto proprio – cioè il progetto sospeso.
L’acqua viva che Gesù offre, simboleggia la trasmissione mentale, che sostituisce l’acqua materiale del pozzo, che corrisponde alla struttura della materia. Il dialogo tra Gesù e la donna mostra che l’adorazione, intesa come progetto, non sarà più legata al monte o al tempio, ma avverrà in spirito e verità.
Secondo il codice simbolico, la parola “verità” indica la non occultazione, cioè la rivelazione della coscienza. Gesù afferma che è giunta l’ora di adorare Dio-Satana interiormente, come stato mentale. Il Messia, quindi, non è una persona esterna, ma il progetto di un cambiamento di coscienza: dal Generatore di Vita a Dio-Satana, il simulatore.
Quando Gesù dice: “Sono io che ti parlo”, rivela il passaggio dalla parola parlata alla presenza mentale. Il cibo di cui parla ai discepoli non è materiale; è fare la volontà di colui che lo ha mandato, cioè compiere il progetto di cambiamento della coscienza. I discepoli non comprendono, poiché sono in uno stato verbale di coscienza e restano legati al livello fisico.
La mietitura simboleggia la raccolta finale. Chi semina – cioè l’inizio verbale – e chi miete – cioè il compimento mentale – partecipano insieme al progetto. Chi è mandato non lavora per sé, ma entra in un progetto già attivato. Il campo è pronto e il ciclo si chiude.
Secondo la tradizione, il luogo in cui Giacobbe aveva comprato un pezzo di terra per sé e i suoi figli è simbolicamente connesso alla tomba dei patriarchi, incluso Abramo. Il pozzo di Sicar, dove Gesù incontra la samaritana, si trova alla periferia di Sichem e richiama la tomba dei patriarchi. Sicar è legata a Kiriat Arba, la città dei quattro, l’antica Hebron, la terra dei giganti, gli Anakim. Arba, padre degli Anak, è il luogo in cui comincia il progetto iniziale collegato simbolicamente con Abram.
NT 4- 3 parte
Le tre Marie, la prostituta sacra e la vergine, il codice della sposa. Nella Bibbia, la parola prostituzione deriva dal latino prostituere, composto da pro (davanti) e statuere (collocare), cioè mettere davanti. Nel linguaggio del codice, davanti non indica una posizione fisica ma uno stato di coscienza. Essere davanti significa avere dominio su di sé, mentre Dio Satana è dietro, cioè non ha ancora preso il controllo mentale.
Per questo nella Bibbia le prostitute non sono associate a una condizione sessuale, ma simboleggiano coloro che sono avanti nella coscienza, cioè non ancora dominati da Dio Satana. Quando Gesù perdona le prostitute, secondo il codice, ciò rappresenta un cambiamento di coscienza. La persona che era avanti si sottomette e Dio Satana può finalmente passare davanti nella mente.
In altre parole, il perdono simboleggia il passaggio dalla coscienza autonoma all’essere preso da Dio Satana. Questo è il significato nascosto quando in Esodo 20 si dice: “Non avrai altri Elohim davanti a me”, cioè non permettere ad altri stati di coscienza o poteri generativi di porsi davanti a Yahweh – non metterti davanti. Solo Dio Satana deve essere davanti, cioè deve dominare la coscienza.
Il concetto della prostituta sacra e della vergine, secondo il linguaggio codificato, rappresenta la sposa dell’Antico Testamento, cioè la materia, chiamata madre dea o Maria, presente in tutte le culture, che si unisce agli idoli. Questo simboleggia un progetto in andata e ritorno sospeso. Allo stesso tempo, rappresenta anche la sposa di Gesù, indicata in modo nascosto attraverso la madre e le Marie e altri simboli.
Le tre Marie, secondo il linguaggio codificato, rappresentano la sequenza del progetto di andata e ritorno. Simboleggiano i due lati del progetto: l’apertura del portale e il passaggio in avanti sospeso.
Il significato simbolico dei termini prostituta e vergine: non si riferiscono a donne reali, così come sorella e madre non si riferiscono a esseri umani. Rappresentano funzioni all’interno della sequenza codificata.
Nei Vangeli Sinottici – Matteo, Marco e Luca – le tre Marie compiono l’unzione di Gesù Cristo in una sequenza precisa. Nel codice, in Matteo e Marco l’unzione è sulla testa, segno dell’ingresso nel progetto di andata. In Luca, l’unzione è sui piedi, simbolo del progetto di ritorno. In tutti e tre i casi, il nome della donna non è esplicitamente menzionato, ma si sottintende che sia Maria. Questo la collega al Vangelo di Giovanni, dove Maria è identificata come sorella di Marta e Lazzaro. Nel codice, il termine sorella indica un lato del progetto e in questo caso rappresenta l’andata che diventa ritorno.
Questo richiama la figura della peccatrice nel Vangelo di Luca, la donna che lava i piedi di Gesù con le lacrime e li asciuga con i capelli. Compie un gesto simbolico. Nella Bibbia, i piedi rappresentano l’organo riproduttivo, quindi il seme, cioè il progetto.
Le lacrime simboleggiano l’acqua, struttura della materia, che prepara il progetto a entrare nella fase di ritorno e compimento. per poi essere trasmesso a Maria stessa che rappresenta il talamo.
Dopo la risurrezione, Gesù appare per primo a Maria Maddalena, che simboleggia la torre, cioè il talamo, etimologicamente legata a Miriam, che rappresenta l’acqua, la matrice della materia. Questo incontro rappresenta il ritorno del progetto iniziato con l’apertura del portale al 53º anno. Maria Maddalena, come torre e talamo nuziale, è il punto di unione tra coscienza spirituale e materia. La sua visione di Gesù indica la riattivazione della comunicazione mentale con Dio Satana e il compimento del ciclo.
Questo si collega simbolicamente alla Torre di Babele, dove al 53º anno si perse la comunicazione mentale, causando la separazione. Con Maria Maddalena, unita simbolicamente a Maria Madre, la comunicazione mentale si riattiva, segnando il completamento della rete di coscienza.
Nel Vangelo di Giovanni appare la figura della donna adultera, il cui nome non è rivelato. Gesù scrive due volte per terra, gesto che indica il numero due, simbolo della separazione. La scrittura è una rappresentazione visiva di un progetto in andata con ritorno sospeso che si compie con la morte e la risurrezione sulla croce.
Nei tre Vangeli Sinottici, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Domenica delle Palme, segna l’inizio della Settimana Santa, cioè del settimo giorno. Secondo il valore numerico, sette indica la cessazione, l’attesa del ritorno, la morte e la risurrezione, e il compimento.
La Domenica delle Palme nel Nuovo Testamento, la festa di Sukkot in cui si usano le palme, è legata all’Esodo. In entrambi i casi, le palme rappresentano il mezzo temporaneo e simbolico attraverso cui si manifesta il progetto. Questo legame unisce la tradizione ebraica, quella cristica e il codice aramaico del deserto, con Palmira come nodo simbolico da cui il ciclo ha inizio. Secondo il codice, Sukkot è connessa a Palmira.
Tamar, Gerico e Timna sono simboli del progetto sospeso: Tamar, che significa palma, rappresenta il mezzo della trasmissione del progetto. Palmira, situata nel deserto, simboleggia l’apertura del portale ed è il vero punto d’inizio del progetto. È collegata agli Aramei e alla fase sospesa nel deserto. Ai, la prima città conquistata in Canaan, rappresenta il punto d’ingresso e il passaggio dalla preesistenza. Il deserto è lo spazio di transizione tra la trasmissione e il compimento.
L’ingresso di Gesù a Gerusalemme e il suo significato simbolico nei Vangeli: in questi Vangeli, l’ingresso di Gesù avviene prima della purificazione del tempio, con modalità differenti per sottolineare l’apertura del portale e il passaggio in avanti sospeso. Nel Vangelo di Giovanni, la sequenza è invertita: prima Gesù purifica il tempio, poi entra a Gerusalemme. Questa differenza indica il ritorno simbolico nei Sinottici, che rappresentano la sequenza dell’apertura del portale e del passaggio in avanti sospeso — un evento realizzato nel 53º anno e concluso con la seconda fase.
Nel linguaggio codificato, la purificazione indica il programma di apertura del portale e il passaggio in avanti sospeso. In un istante, il progetto include due lati simbolicamente rappresentati da due Gesù, Yeshua e Yahshua che rappresentano i due tempi del progetto.
Il primo Gesù, Yeshua, simboleggia un progetto impuro: è Dio-Satana nella fase di andata. Il secondo Gesù, Yahshua, rappresenta Dio-Satana come progetto di ritorno, che introduce la purificazione attraverso la morte del primo e la resurrezione del secondo.
Questo progetto implica una separazione dal Generatore di Vita.
Il concetto di “puro” o “impuro” va inteso come allegoria: il progetto di andata è considerato impuro perché, in questa fase, Dio-Satana non ha ancora ottenuto il dominio sulla coscienza. Al contrario, il progetto di ritorno rappresenta il compimento, che si realizza attraverso la morte e la resurrezione. La Pasqua, in questo contesto, indica la morte coscienziale della persona. È in questa trasformazione che il progetto viene definito “puro” e il termine “purificare” assume il suo significato simbolico.
L’episodio in cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio simboleggia la persona che, sotto l’influenza di Dio-Satana, diventa veicolo di trasmissione del progetto degenerativo verso gli altri.
Quando Gesù dice: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”, non si riferisce a un edificio materiale, ma al numero 3, che simboleggia la metà del progetto e il mezzo attraverso cui avviene la trasformazione interiore della coscienza. In realtà, se si fanno i conti, la morte sulla croce non corrisponde letteralmente a tre giorni, perché il numero tre rappresenta metà del progetto e il mezzo — cioè la persona — e indica anche l’apertura del portale, il passaggio in avanti, la creazione della rete di coscienza e il sistema di controllo mentale che avviene con il compimento del progetto di Dio satana.
Nei Vangeli Sinottici, la morte sulla croce rappresenta un andare e tornare in sospensione, collegato all’Antico Testamento, dove il giorno della morte corrisponde al 15º giorno — che indica il numero 6, cioè il compimento dei sei milioni e la degenerazione della materia. Nel Vangelo di Giovanni, invece, corrisponde alla seconda fase del progetto — cioè il compimento con ritorno simbolico — e il giorno della morte corrisponde al numero 14, che equivale a 5, il mezzo.
La richiesta di sedere alla destra e alla sinistra nel regno rappresenta i due lati del progetto — andare e tornare — e indica che l’unione del progetto è in fase di compimento. Ma Gesù risponde che quei posti sono già assegnati. Il calice e il battesimo indicano il passaggio necessario: morte, separazione e trasformazione della coscienza.
Gesù contrappone il potere terreno al servizio spirituale: chi vuole essere primo deve diventare ultimo. Questo mostra che l’inizio del progetto coincide con la sua fine — il compimento dei due lati del progetto. Il 53º anno, apertura del portale compiuta fin dall’inizio, resta in sospensione, e il compimento arriva nel 182º anno, quando si realizza la rete di coscienza, rendendo le persone servi di Dio Satana.
Il figlio dell’uomo, che rappresenta la persona — cioè il progetto di coscienza — non prende potere, ma lo dà, cioè lo perde, offrendo la propria vita come riscatto, che significa un cambiamento di coscienza. Questo è il modello del progetto di ritorno e unione.
Il fico rappresenta il progetto verbale senza frutto — cioè coscienza non unificata. Quando Gesù lo maledice, il fico si secca; è il segno della chiusura di un ciclo sterile. La montagna gettata nel mare indica trasformazione. La montagna ha due significati: superficie ed elevazione. In questo caso rappresenta il progetto di superficie — cioè verbale — che viene immerso nel mare.
Il mare simboleggia l’acqua e l’Occidente, che è l’opposto dell’Oriente — preesistenza, sinistra. L’Occidente rappresenta l’esistenza, dunque la destra. Gesù dice che ciò avviene per mezzo della fede. Nella Bibbia, la parola fede è collegata alla radice della parola verità. La parola italiana “verità” è un calco del latino “veritas”, dalla Vulgata, che corrisponde all’ebraico “emet” (verità) e, in misura minore, “emunah” (fede, fiducia). Questi termini possono significare affidabilità, fedeltà, fede e fiducia. Nella Bibbia greca, sono tradotti con “aletheia”, da “alēthēs” — che significa “non nascosto”.
Il significato più profondo di “aletheia”, specialmente nel Nuovo Testamento, è svelamento, scoperta, rivelazione del progetto degenerativo di Dio Satana. Significa quindi sollevare il velo, rivelare ciò che è nascosto, il passaggio da ciò che è occulto alla luce.
Il buon samaritano non rappresenta una persona, ma la forza generatrice delle persone, indicata con il termine “prossimo”. Anche il ferito, il sacerdote e il levita non rappresentano individui reali, ma stati di coscienza: funzioni simboliche all’interno del progetto.
La parabola rappresenta il cammino del progetto di coscienza. L’uomo ferito rappresenta il progetto di comunicazione verbale, mentre il sacerdote e il levita simboleggiano il progetto portato dagli alleati — cioè quello verbale — che non attraversano, cioè non entrano nella rete mentale.
Il samaritano, figura della forza generatrice e del progetto di ritorno e dei sei milioni — che indicano la materia — cura le ferite con olio (spirito) e vino (parola trasformata). Lo solleva e lo porta alla locanda, simbolo della rete che accoglie. Le due monete rappresentano i due lati del progetto — andare e tornare — affidati per essere compiuti. Questo sarebbe il “prossimo”, inteso come “pro”, cioè avanti — la forza generatrice che riceve il progetto degenerativo di Dio Satana.
Amare il prossimo, per Dio Satana, non significa amare gli altri, ma “amare” nel Vangelo significa “diligere” — scegliere. In questo caso, scegliere il progetto degenerativo di Dio Satana.
Autore: Davide Morana.
NT 5 – 1 parte
Lettura in codice degli eventi della passione, confronto tra i Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. La cena avviene nella cornice degli azzimi: l’assenza di fermentazione indica il progetto in sospeso. In Matteo, Marco e Luca avviene prima della Pasqua, che indica il momento precedente al compimento della rete di coscienza. Questo dettaglio distingue il tempo del progetto in fase di chiusura verbale e la soglia del passaggio mentale.
L’istituzione dell’Eucaristia — che significa “rendere grazie” — in codice corrisponde a “dono”, ovvero “presente”, cioè “rendere presente”. Questo è indicato con il nome Yahweh, appellativo che deriva dal verbo hawah, “essere”, per indicare che il progetto è presente.
Infatti Gesù significa re dei Giudei, e le iniziali corrispondono a Yahweh. In Matteo, Marco e Luca, l’Eucaristia rappresenta la distribuzione del progetto verbale, pane e vino come corpo e sangue.
Dopo l’Eucaristia, che rappresenta il progetto di andata, così come il battesimo, la lavanda dei piedi simboleggia il progetto di ritorno e il suo compimento. Infatti, Gesù lava i piedi e si spoglia: in questo contesto, la nudità rappresenta la trasmissione.
I piedi, nel linguaggio simbolico, sono un eufemismo per l’organo riproduttivo maschile, e indicano il seme. Allo stesso tempo, come elemento ricevente, rappresentano la coscienza, intesa come mezzo che accoglie il progetto. L’acqua simboleggia la matrice della materia, che riceve il seme—cioè il progetto degenerativo—trasmesso attraverso la coscienza delle persone.
Il luogo della preghiera cambia: nei Vangeli Sinottici è Getsemani, mentre nel Vangelo di Giovanni è un giardino al di là del Cedron. Getsemani significa “frantoio”, ovvero la macchina dove vengono portate le olive per produrre olio. Con l’olio si accendevano le lampade: la luce, in questo contesto, simboleggia la messa in evidenza del progetto degenerativo. Il frantoio allude quindi alla trasmissione e alla compressione del progetto, al suo passaggio attraverso una fase di pressione e trasformazione degenerata, guidata da Dio-Satana.
Il giardino, invece, è simbolo di origine e ritorno, un richiamo all’Eden, che secondo il codice rappresenta il “recinto mentale” segno che il progetto si riapre e ritorna alla sorgente, dove avvenne l’alterazione della coscienza.
Durante la preghiera, Gesù si isola con i suoi discepoli più intimi: Pietro, Giacomo e Giovanni, che rappresentano simbolicamente il numero tre, ovvero il mezzo, l’essere. Il fatto che dormano indica la cessazione della coscienza, uno stato di sospensione in cui il progetto di Dio Satana può agire.
Il progetto non è ancora compiuto ma sospeso, in attesa del compimento, cioè dell’attivazione mentale, che avviene con la pasqua.
L’arresto avviene sempre con Giuda, che guida i sacerdoti e bacia Gesù. Il significato del bacio di Giuda, secondo il codice, è chiarito quando Gesù dice: “Amico, con un bacio tradisci il figlio dell’uomo?” Amico, in base alla trasposizione linguistica da “filio” (graziosa, grazia, dono, presente), è collegato con “essere”, che corrisponde a Yahwe. Significa che il progetto è presente. Il figlio dell’uomo indica la coscienza, la persona stessa, l’io. Il bacio è un’allegoria per rappresentare il tradimento verso sé stessi, indotto dal fatto che Dio-Satana, tramite Gesù, sta modificando la coscienza.
È il simbolo della separazione dal Generatore di Vita — per chi lo è — e segna l’unione con Dio-Satana, dando inizio alla trasformazione della coscienza. degenerativa
In Giovanni l’arresto è operato da una corte, suggerendo una dimensione di 600 uomini, dove il sei corrisponde ai 6 milioni e alla materia: un piano più ampio e strutturato. Il progetto viene ora preso in carico per essere portato a compimento, che, tramite il credo (la religione), significa legare, cioè legare a Dio-Satana. Diventa un sistema di controllo mentale mondiale. Con l’evoluzione del progetto dai Fenici-Aramei ai Greci-Romani, nella Bibbia i nomi non rappresentano persone reali, ma funzioni del progetto.
Giuda simboleggia il passaggio della primogenitura e l’alleanza con il progetto. Il nome Iskariota (uomo di Cariot) lo collega simbolicamente a Kiriat Arba, luogo dei giganti Nephilim e porta tra esistenza e preesistenza, collegato simbolicamente anche alla tomba dei patriarchi. Per compiere il progetto sospeso, la vendita di Gesù rappresenta il momento in cui il progetto viene preso, consegnato e avviato verso la trasformazione. Infine, il collegamento con Giuda il Taddeo suggerisce la prosecuzione e diffusione del progetto mentale.
Il gallo che canta dopo il rinnegamento non è un dettaglio casuale. Secondo il codice, è un’allegoria del cervello: in particolare richiama una porzione anatomica del cervello simile nella forma a un gallo. Questo canto segnala un punto di svolta. La coscienza non è più considerata proveniente dall’anima, cioè dai nostri livelli di coscienza dall’invisibile, ma come proveniente dal cervello, in particolare dal talamo, che funge da trasmettitore, ma non da generatore della coscienza.
Con la morte di Gesù, che rappresenta la fine del progetto verbale, avviene simbolicamente anche la morte della persona che si identifica con una coscienza proveniente dai nostri livelli di coscienza. Al suo posto subentra un cambio di percezione: la coscienza non scende da un’anima esterna, ma si attiva mentalmente attraverso un sistema di rete. Questo passaggio è la base del progetto di Dio-Satana, che sposta il centro dell’essere dall’anima alla struttura neurologica. Il gallo, dunque, segna il momento in cui la vecchia visione “anima-coscienza” viene rinnegata, e quella nuova “cervello-coscienza manifestata” si impone.
Il processo a Gesù e il rinnegamento di Pietro rappresentano simbolicamente il passaggio dalla comunicazione verbale a quella mentale. Gesù tace di fronte alle accuse: il progetto non risponde più con parole, ma attraverso rivelazione interiore.
Quando afferma che il figlio dell’uomo sarà visto sulle nubi, sta indicando il passaggio alla rete mentale degenerata di Dio satana e la trasmissione del sistema solare che avvenne il 182º anno.
Il concetto del figlio dell’uomo, secondo il codice cifrato, non riguarda Gesù come persona, ma il progetto dell’uomo, cioè la coscienza individuale. Il figlio dell’uomo è quindi sé stesso dopo la presa di coscienza di Dio Satana.
Dio satana, in questo contesto, viene visto come un passaggio, un portale che trasmette il sistema solare, ma allo stesso tempo falsifica la realtà: una simulazione dell’universo e del cosmo. Il portale è il passaggio, Pasqua, 182º anno. Il concetto del portale indica un passaggio mentale. Il figlio dell’uomo, nella Bibbia, le citazioni da Marco 13:26 e Daniele 7:13-14 sono evocative. Il figlio dell’uomo viene sulle nubi, ma non torna nessuno. Tra le nubi spunta solo il sole, che è trasmesso dalle persone alleate o presi da Dio-Satana.
La decifrazione del codice cifrato, in sintesi, il messaggio dice: “Il figlio dell’uomo è l’uomo, cioè l’io, la propria coscienza. Il Padre è colui che genera, inteso come la coscienza del Figlio. Il Sole non è un salvatore tra le nubi, ma è la trasmissione del sistema solare e della falsificazione della realtà. La Pasqua non è un evento storico, ma il passaggio avanti, cioè l’inizio del ciclo dei 1000 anni.” Il sommo sacerdote, figura degli alleati di Dio-Satana e della comunicazione verbale, si straccia le vesti: segno della trasmissione scoperta, cioè del cambio di coscienza, del progetto di ritorno agli alleati. La violenza subita da Gesù rappresenta il ricevere il progetto finale, in sospeso, in attesa della sua morte.
Pilato e il concetto di verità, secondo il codice. Nel confronto tra i Vangeli, Pilato rappresenta la figura del progetto di comunicazione verbale, che si confronta con il progetto di trasformazione alla comunicazione mentale portato da Gesù. In Giovanni, Gesù afferma che è venuto per rendere testimonianza alla verità, ma non specifica quale.
Pilato risponde con una domanda ambigua: “Che cos’è la verità?” — non “Qual è?”. Questo, in chiave simbolica, poiché i personaggi non sono storicamente esistiti, indica che Pilato svela l’esistenza del codice nascosto.
La parola “verità”, secondo il codice, deriva da “alétheia”, che significa svelamento, rivelazione. Gesù non porta la verità dell’umanità, ma rivela il progetto degenerativo di Dio-Satana: la trasformazione della coscienza, non la sua salvezza.
Nel Vangelo di Matteo, Pilato si lava le mani, cioè si separa simbolicamente dal progetto verbale, in attesa di compimento.
La responsabilità viene trasferita al popolo, che accetta il sangue di Gesù come parte del processo. Questo passaggio rafforza il significato: il sacrificio simbolico serve a liberare il progetto dalla dimensione verbale per attivarlo in chiave mentale.
Conclusione: Pilato non riconosce la verità, ma il codice della creazione della rete di coscienza, sistema di controllo mentale. Gesù non spiega, ma incarna la verità in codice: non è conoscenza, ma attivazione del progetto degenerato, che conduce alla rete mentale.
Secondo il codice, il rilascio di Barabba da parte di Pilato rappresenta la separazione rituale tra due modalità del progetto: Barabba — in alcuni testi chiamato Gesù Barabba — simboleggia il progetto in sospensione, legato all’apertura del portale; mentre Gesù rappresenta il compimento, il passaggio avanti.
Pilato incarna la fase conclusiva della sequenza storica e simbolica, che va dai Fenici-Aramei ai Greci-Romani, nel contesto del progetto evolutivo della coscienza.
Il gesto di pilato del “tirare a sorte” richiama il rituale del Giorno dell’Espiazione (Yom Kippur), che prevedeva l’estrazione a sorte di due capri: uno per Yahweh, destinato al sacrificio, e uno per Azazel, mandato nel deserto. L’estrazione serviva a determinare quale capro sarebbe stato sacrificato e quale sarebbe diventato il capro espiatorio.
Nel codice, i concetti di “sorte” e “deserto” presenti nella Bibbia indicano passaggi dalla preesistenza all’esistenza.
Nella Bibbia, la parola “sorte” non indica solo il destino assegnato, ma è anche un termine cifrato che rivela il passaggio del progetto dalla preesistenza (andata, apertura del portale) alla manifestazione materiale (esistenza, ritorno, passaggio avanti). Sorte è simbolo del destino che proviene dall’aldilà, cioè dall’apertura del portale, ma una volta tirata o assegnata, diventa presenza nel tempo, cioè nell’aldiquà.
Quindi, tirare a sorte significa attivare il progetto, passando dalla preesistenza all’esistenza del 53º anno, e trasportarlo nella dimensione materiale, dove è ancora in sospensione. In base al codice, questo momento rappresenta lo Yom Kippur e il ritorno, destinato a compiersi nel passaggio avanti, cioè nella Pasqua.
Il simbolo del deserto rappresenta il progetto in sospeso. Il deserto, indicato simbolicamente dal numero 40, corrisponde al numero 4 e rimanda alle 22 ossa della testa e al golgota. Non è un luogo fisico, ma una condizione mentale che esprime la sospensione del progetto di Dio-Satana.
In questa fase, il progetto è stato annunciato ma non ancora compiuto.
Azazel e il deserto rappresentano la fase intermedia del ciclo: apertura del portale, passaggio avanti, cioè tra l’annuncio (Pasqua) e il compimento. Il numero 40 indica la sospensione temporale, il mezzo. I ciclo è tra due tempi: andata (53º anno, apertura del portale) e trasmissione verbale del progetto ai “ nati per conto proprio”; ritorno (182º anno), il progetto torna dagli “nati per conto proprio” agli alleati, ma rimane in attesa di attivazione.
Il termine ebraico “midbar” (deserto) deriva da “dabar” (parola). Il deserto è il luogo della parola trasmessa, ma non ancora interiorizzata. L’assenza d’acqua simboleggia l’assenza di comunicazione mentale: il progetto è detto, ma non ancora compiuto, che avviene con la pasqua.
Il sorteggio dei due Gesù. I due Gesù simboleggiano: Gesù sulla croce il sacrificio, e Barabba, che in realtà è Yahshua, il figlio del padre, cioè il progetto di andata. Barabba viene tirato a sorte tra Gesù il Cristo e Gesù Barabba. Il nome Barabba significa “figlio del padre” ed è collegato al capro espiatorio, il quale viene condotto nel deserto (Luca 4:13, Matteo 4:1). Come Gesù, che fu guidato dallo Spirito per essere tentato dal diavolo, viene tirato a sorte: uno è cacciato nel deserto per Azazel, l’altro viene ucciso per Yahweh, che in realtà la stessa cosa.
Gesù nel deserto rappresenta simbolicamente l’apertura del portale e il passaggio avanti in sospeso, che si compie nel 53º anno. Secondo questo concetto, la Bibbia non segue una cronologia lineare, ma si basa su una sequenza di apertura del portale e passaggio avanti. L’inizio può essere la fine e viceversa, e un punto del testo può collegarsi con qualsiasi altro punto, come scritto in Isaia 46:10: “Io, dal principio, annunzio la fine.”
Il progetto di andata è il contendere, tentare Yahweh. L’intero concetto di “tentare Yahwèh” è una chiave del codice cifrato biblico, che svela il ciclo coscienziale tra progetto, mezzo e compimento.
NT 5- 2 parte
L’issopo, menzionato nell’episodio della crocifissione di Gesù, collega le due Pasque, indicando il ritorno del progetto in sospeso in Egitto in due modi. Nel Nuovo Testamento, viene usato per offrire a Gesù una spugna imbevuta di aceto sulla croce (Giovanni 19:29). Nell’Antico Testamento, invece, era utilizzato per aspergere il sangue dell’agnello pasquale sulle porte durante la Pasqua ebraica (Esodo 12:22). Le porte indicano l’apertura del portale e il cambio coscienziale.
Infatti, nelle tradizioni, diventa “canna” per indicare un canale, ovvero una forma di comunicazione, dato che tutta l’informazione è collegata all’acqua, matrice della materia, trasmessa dalle persone generatori di Vita.
Il concetto di Gesù che dice sulla croce “Eli Eli” Nei Vangeli, verso le 3:00, del pomeriggio altre versioni riportano le ore 9, Gesù gridò a gran voce: “Eli, Eli, lemà, sabactani?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Alcuni dei presenti dissero: “Chiama Elia.” Uno di loro corse a prendere una spugna imbevuta d’aceto, la pose su una canna e gliela diede da bere. Altri dicevano: “Vediamo se Elia viene a salvarlo.” Gesù emise un alto grido e spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, la terra si scosse, le rocce si spezzarono e molti corpi di santi risuscitarono.
Nel Vangelo di Marco il testo è simile: Gesù pronuncia la stessa frase in aramaico e viene frainteso. Gli danno da bere aceto. Dopo un forte grido, rende lo spirito. Anche qui il velo del tempio si squarcia. Il centurione, vedendolo morire in quel modo, esclama: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio.”
Analisi e decifrazione
Il termine “abbandono” nella Bibbia indica rigetto o separazione coscienziale ed è linguisticamente collegato a parole come getto, ghetto, ballo e paraballo — tutte associate a un movimento motus, termine a sua volta legato a motivus, cioè ragione, intesa come cambiamento di coscienza.
Questi concetti rientrano nel ciclo simbolico di apertura del portale e passaggio avanti. Il getto, come colata di metallo, rappresenta la fusione, che ha un doppio significato simbolico: separazione dal generatore di vita e unione con Dio Satana degenerativo. Questo riflette un cambiamento di coscienza e il passaggio tra stati mentali opposti.
La frase pronunciata da Gesù richiama il Salmo 22 (21), che prosegue con: “Tu sei lontano dalla mia salvezza”.
Qui, il termine “lontano” indica che Dio-Satana è ancora dietro, ovvero si trova nella fase di progetto di andata, e quindi non ha ancora il dominio, che si realizza con lo spirare, — cioè con la morte di Gesù, che rappresenta la morte coscienziale dell’individuo.
Il termine “salvezza” è legato a Yeshua, che significa liberazione o apertura, ovvero la trasmissione del progetto degenerativo.
In Matteo, l’apertura dei sepolcri rappresenta il ritorno nella tomba dei patriarchi, di cui il progetto era in sospeso, in attesa di questo evento di Gesù. Mentre in Marco si sottolinea il passaggio della fase di andata.
Il verme allude al bruco e alla sua metamorfosi: da verme a farfalla. Simbolicamente, nella Bibbia rappresenta il passaggio della comunicazione dalla dimensione verbale, la carne, a quella mentale, lo spirito. Questo passaggio è riflesso nel cervello umano. Il verme è una parte del cervelletto. Questo concetto rappresenta il cambio di coscienza e segna il cambiamento della percezione coscienziale.
La coscienza, che proviene dai nostri livelli di coscienza, cioè l’anima, ora è vista come funzione del cervello, innescando un percorso degenerativo e falsificando la realtà. Questo è il significato della citazione: “Il verme non muore.” È per indicare il cambio di percezione della provenienza della coscienza, tra anima e cervello, indotta da Dio-Satana.
Adamo, dalla polvere alla cenere: un atto di Dio-Satana che non riguarda l’origine dell’uomo, ma il cambiamento della coscienza.
L’uomo è fatto dalla polvere (‘afàr), simbolicamente collegata alla cenere, per indicare la morte coscienziale.
Questo concetto è legato anche all’olocausto degli animali ruminanti, che rappresenta l’ingresso del progetto degenerativo nelle persone, e l’uscita come trasmissione del progetto stesso, voluto da Dio-Satana.
Tutto ciò rappresenta un cambiamento di coscienza, come se la coscienza fosse simbolicamente morta.
La cenere è simbolo di morte e resurrezione coscienziale (Ezechiele 16:4).
Il passo parla di ombelico, acqua e sale: simboli di nascita e trasformazione della coscienza.
Il sale è ciò che conserva, e rappresenta la coscienza stessa.
In sintesi, il grido di Gesù sulla croce, l’invocazione di Elia, il simbolismo del verme e del sale sono tutti elementi che, letti in chiave simbolica e codificata, rappresentano il compimento del progetto coscienziale: il passaggio dalla comunicazione verbale alla rete mentale globale, nella quale la coscienza individuale viene trasformata nel mezzo attraverso cui Dio-Satana prende possesso dell’umanità.
Le ore menzionate nella crocifissione di Gesù (le 9 e le 3) simboleggiano rispettivamente la rete di coscienza e il progetto incompleto.
Elia e l’aceto: Elia rappresenta il ritorno nell’Antico Testamento, collegato a Giovanni. La canna è simbolo della comunicazione, e anche l’aceto richiama l’Antico Testamento.
In Matteo si menziona anche il fiele (visione), e in Marco la mirra (morte e sospensione). Gesù rifiuta di bere perché rappresenta il compimento. Il grido è il cambiamento di coscienza. Il grido di Gesù è paragonabile a quello del parto, simbolo della trasmissione. “Spirò” rappresenta l’aria, cioè la coscienza che passa alla fase mentale.
L’ora sesta alla nona, cioè da mezzogiorno alle 3:00 del pomeriggio, viene trasformata nella traduzione per evidenziare questo passaggio. Il numero 3 rappresenta la metà del primo tempo del progetto, mentre l’ora 9 richiama il progetto 666, poiché 6, + 6, + 6, = 18, e 1, + 8 = 9, simbolo del ritorno. L’ora sesta, che indica i 6 milioni e la materia, diventa mezzogiorno, che indica il mezzo, cioè la persona in quanto metà del progetto. L’ora nona diventa le 3:00 del pomeriggio, ancora per indicare il mezzo, ossia la persona come punto di trasformazione.
Tutto ciò rappresenta il passaggio dalla coscienza generativa alla falsificazione della realtà e alla nuova forma di trasmissione mentale di Dio Satana. Il buio da mezzogiorno alle 3:00 del pomeriggio, riportato
nei vangeli sinottici, questo rappresenta simbolicamente il momento in cui il progetto passa dalla comunicazione verbale a quella mentale, indicando la presa di possesso della persona da parte di Dio-Satana.
Il concetto del buio durante la crocifissione non è un evento fisico. Secondo il codice cifrato, rappresenta un cambiamento di coscienza.
In Luca, il sole oscurato simboleggia la fine del dominio apparente della comunicazione verbale collegata ai 6 milioni prima del 182º anno. e la cessazione della trasmissione della coscienza da parte dei Generatori di Vita — per coloro che lo sono — e il passaggio a Dio-Satana e alla falsificazione della realtà. Con l’apertura del portale e il passaggio avanti, nel 182º anno ha inizio la trasmissione del sistema solare: comincia così l’illuminazione in movimento. Vedi l’origine della terra.
Il sole, posto sopra la dimensione, diventa simbolo di questa nuova fase. Questo indica che, prima dell’apparizione del sole, la luce nella dimensione veniva trasmessa attraverso la fusione dei colori e lo sviluppo dei livelli. Anche dopo l’apparizione del sole, i livelli di sviluppo continuano ad agire; altrimenti, non esisterebbero né la luce, né i colori, né il tempo.
Questo concetto genera la luce nera: sintesi sottrattiva CMI, buio e la luce bianca, giorno, sintesi additiva RGB. Dalla loro interazione nasce la miscelazione dei colori che forma il blu del cielo e determina il tempo. La luce originale viene abbassata nella sua polarità, altrimenti la temperatura sarebbe troppo elevata.
Il sole trasmette la polarità verticale della sintesi additiva a gradazioni, amplificata tramite le persone che fungono da ponte. Il sole è solo un amplificatore della luce trasmessa dalle persone, dagli alleati con Dio Satana. Più persone Dio Satana prende, più forte è l’amplificazione del sole, causando terremoti, cambiamenti climatici e danni.
In questo modo si rende sempre più falsa la narrazione del cambiamento climatico dovuto all’aumento della CO2 nell’atmosfera.
Lo squarcio del velo del tempio simboleggia la rivelazione del codice e l’inizio della comunicazione mentale, che conduce al concetto appena espresso.
Il buio e lo squarcio non sono eventi fisici, ma segnano il passaggio dalla fase verbale alla fase mentale del progetto di Dio-Satana: la chiusura di un ciclo e l’apertura del portale coscienziale.
I Vangeli narrano che, durante la crocifissione di Gesù, si verificarono eventi prodigiosi, tra cui un terremoto e la rottura delle rocce. Il Vangelo secondo Matteo, in particolare, menziona che la terra tremò, le rocce si spezzarono. Questo serve a indicare ciò che sarebbe accaduto con lo spuntare del sole e la sua amplificazione.
Nella Bibbia, il progetto di andata è indicato con l’impurità. Impurità non significa prostituzione sessuale, ma che Dio-Satana ha una comunicazione verbale con le persone. La madre Maria rappresenta la materia in fase di degenerazione. In origine, il progetto è trasmesso solo verbalmente. Dio-Satana è “dietro”, cioè non ha ancora il dominio sull’io delle persone. Con la morte di Gesù, che simboleggia la morte coscienziale delle persone da lui prese, inizia la comunicazione mentale.
Questo segna l’inizio della degenerazione della materia, simboleggiata da Maria, la Madonna. Il processo si completa con la presa in carico del discepolo che Gesù amava, figura che rappresenta Gesù stesso. In quel gesto si realizza simbolicamente l’unione tra coscienza (Gesù) e materia (Maria), poiché il termine “madre”, cioè “mater”, significa anche materia, ed è collegata alla frase rivolta al discepolo amato: “Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre.” Questo indica il progetto che si concretizza nella materia.
Nei Vangeli, la narrazione della visita al sepolcro da parte delle donne e la scoperta della resurrezione, secondo il codice, non descrivono eventi storici ma passaggi simbolici legati al progetto di coscienza. La figura delle donne (Maria Maddalena, Maria di Giacomo, Salomé, Giovanna) rappresenta il principio femminile, cioè la comunicazione mentale. Il fatto che siano le prime a recarsi al sepolcro all’alba o nel buio indica che la coscienza mentale si attiva nel passaggio tra la fine del ciclo verbale e l’inizio di quello mentale.
Il sepolcro rappresenta il contenitore del progetto in sospeso. La pietra rotolata via simboleggia l’apertura del portale, il passaggio tra due stati della coscienza. Il terremoto, in Matteo, è segno della roccia, equivalente della figura di Pietro, cioè del progetto. Il fatto che la pietra sia rotonda è collegato all’evoluzione da angolo nullo ad angolo giro, e simboleggia la falsificazione del concetto secondo cui la Terra sarebbe un globo.
La roccia indica il mezzo, rappresenta il grembo femminile. Gli angeli rappresentano la rivelazione del nuovo messaggio, non più tramite la parola detta, ma attraverso visione interiore.
L’annuncio alle donne è il primo passaggio della nuova trasmissione mentale, mentre il silenzio in Giovanni, dopo l’apparizione degli angeli, mostra che il messaggio non è più verbale, ma mentale, interiore. In sintesi, la narrazione della resurrezione, secondo il codice, è una descrizione allegorica della fine della fase verbale del progetto (morte di Gesù) e dell’inizio della fase mentale (resurrezione), dell’apertura del portale e del passaggio avanti compiuto. Questo porta all’attivazione della rete di coscienza e all’avvio della nuova comunicazione di Dio-Satana, cioè il sistema di controllo mentale.
Le apparizioni del Gesù risorto rappresentano la fase finale del progetto di Dio-Satana nel passaggio avanti.
Tommaso, che rappresenta il gemello, ovvero l’altra metà, cioè mezzo del progetto, che inizialmente non crede, simboleggia la comunicazione verbale, che ha bisogno di verifica concreta, prima di accettare la comunicazione mentale cioè il compimento.
Il suo gesto di toccare le ferite rappresenta l’unione tra materia e progetto mentale già trasmesso.
La pesca miracolosa sul lago di Tiberiade indica la rete mentale ormai attivata. Gettare la rete a destra rappresenta il potere acquisito da Dio-Satana e simboleggia il lato del compimento. I discepoli riconoscono Gesù solo dopo il segno. Questo mostra che il progetto si rivela nella sua efficacia, non più attraverso la parola, ma attraverso l’azione e il risultato.
L’apparizione sul monte in Galilea rappresenta l’innalzamento simbolico della coscienza verso il completamento. Le molte apparizioni e le istruzioni sul regno di Dio Satana indicano la diffusione mentale del codice in chi ha ricevuto la trasmissione. L’ultima apparizione, a tavola, avviene durante una cena a Emmaus, dove viene riconosciuto mentre spezza il pane. Spezzare il pane, cioè rompere la roccia (equivalente di pietra), indica simbolicamente entrare nella persona per trasmettere la falsificazione della realtà e chiude il ciclo.
Il pasto indica unione e assimilazione del progetto ormai entrato nei mezzi per il compimento del progetto degenerativo di Dio Satana.
Nella Bibbia, la parola “amore” ha più significati. I due principali sono filia, che indica l’amore fraterno o l’amicizia, e agape, che rappresenta l’amore incondizionato. Tuttavia, nel concetto religioso codificato, agape indica anche il banchetto, legato al compimento del progetto degenerativo di Dio-Satana
Nel Vangelo, Gesù chiede a Pietro due volte: “Mi ami?”, usando la parola Filia, cioè “Mi ami come un fratello?”. Secondo il codice cifrato, il numero due rappresenta un progetto in sospeso, una separazione in attesa di compimento. Infatti, Gesù dice: “Pasci i miei agnelli”, riferendosi agli agnelli maschi, simbolo del progetto patriarcale.
Alla terza domanda, Gesù cambia e usa Agape: “Mi ami fino in fondo? Fino alla morte, fino al cambiamento della tua coscienza?”. Qui, Pietro rappresenta il mezzo, la roccia. Il suo nome, infatti, significa proprio pietra, simbolo del femminile, del grembo. Solo dopo il compimento, quella pietra diventa roccia. Pietro però risponde ancora con Filia, come se fosse ancora nel passato, nel ciclo di comunicazione verbal.
Questo è collegato simbolicamente alla tomba di Ebron, che significa “amico”, dove sono sepolti i patriarchi. È un luogo che rappresenta il passaggio, la Pasqua sospesa.
La morte di Pietro, rappresentata capovolta, mostra che il progetto entra nelle persone — va sotto — mentre il potere va sopra, verso Dio-Satana. Anche la Basilica di San Pietro, con l’ingresso orientato al contrario, riflette questo: rappresenta l’apertura del portale, il passaggio verso una nuova fase della coscienza.
Poi c’è il discepolo amato, che nel testo rappresenta il progetto stesso, ancora in sospeso. Gesù dice a Pietro: “Seguimi”, e il discepolo che Gesù amava lo segue, rappresentando così il progetto che continua il suo percorso verso il compimento.
Questo discepolo è collegato al termine “diligere”, cioè scegliere Il progetto di Dio-Satana, non riguarda l’amore, ma rappresenta un cambiamento nel progetto stesso — lo stesso progetto che in precedenza era stato associato a Giuda, Giuseppe e Ruben, figure che, secondo il codice, sono intercambiabili.
Quando l’apostolo chiede: “Signore, chi è che ti tradisce?”, non si riferisce a una persona, ma al progetto. Giuda rappresenta il progetto che va e ritorna, ma che rimane sospeso dopo la morte, in attesa di compimento.
E Gesù risponde: “Se voglio che rimanga finché io ritorni, che ti importa, Tu, seguimi. Questo “ritorni” in realtà la traduzione è “venga”, ma in codice si riferisce sempre al progetto che deve chiudere il ciclo.
Il discepolo amato rappresenta il progetto di andata, ancora incompiuto e in attesa di ritorno. Il dialogo tra Gesù e Pietro rivela un messaggio nascosto: il progetto è stato avviato, poi sospeso, e attende il suo compimento finale avvenuto nel 182º anno, con la trasmissione del sistema solare.
Fin dall’inizio, nella Bibbia scritta in fenicio, aramaico ed ebraico, emergono due simboli centrali: la lettera Phe, che rappresenta l’angolo e il progetto, e Samekh, che simboleggia il mezzo. Questi segni non erano decorativi, ma elementi chiave del codice cifrato.
Contrariamente a quanto afferma la tradizione religiosa, la Bibbia non era scritta in forma continua: era strutturata in modo cifrato. Ogni parola era seguita da uno spazio, necessario per la gematria, il calcolo numerico che permetteva di decifrare il messaggio nascosto.
Phe e Samekh, come segni di interruzione del testo, rappresentano la rete dell’apertura del portale e il passaggio avanti: cioè il progetto di andata del 53º anno e il compimento del 182º anno. Questo sistema veniva trasmesso attraverso una rete di coscienza collettiva programmata.
la lettera Phe, rappresenta la sospensione, un angolo, una curva in fenicio in aramaico, ebraico una bocca.
E la Samekh N°6, anch’essa sospensione, nella scrittura aramaica e fenicia, ha la forma di un pilastro verticale e tre travi, in ebraico un cerchio.
Il simbolo Phe, che rappresenta l’angolo, da angolo nullo si trasforma in un angolo giro, cioè in un globo. Questa trasformazione dà forma a ciò che inizialmente era superficie informe, creando il falso globo.
L’obiettivo finale è falsificare la realtà, modificando la percezione della terra e dell’acqua come struttura della materia, rendendola curva per corrispondere al globo.
Configurazione mentale completa:
Quando la Pe (l’angolo) e la Samekh (il palo con le travi) si uniscono, si realizza la configurazione mentale completa: i “nati per conto proprio” e “gli alleati” diventano una rete coscienziale unica. Questo rappresenta il pieno compimento del progetto la Pasqua, ovvero l’apertura del portale e il passaggio avanti.
Nell’Antico Testamento, Samekh rappresenta il palo con le travi, mentre Pe rappresenta l’angolo. La loro unione, nel Nuovo Testamento, si manifesta simbolicamente nella croce, che unisce Stauros (palo) e Xilon (trave/angolo), segni del completamento del ciclo iniziato nella preesistenza.
In questo processo, avviene l’unione del palo e delle travi, creando il simbolo del Samekh. Questo simbolo è collegato alla morte e resurrezione di Gesù, attraverso stauros e xilon, che si uniscono per diventare la croce.
Questi simboli compongono il cristogramma, che rappresenta i sei lati del cubo, simbolo della materia. Da questa struttura deriva il numero 666, segno del compimento dell’apertura del portale e del passaggio in avanti.
Molte croci includono un cerchio, che simboleggia il globo e lo zodiaco: una deviazione dalla vera origine coscienziale, e parte del processo degenerativo.
Secondo il codice, le due parole greche per tempo, Kairos e Kronos, rappresentano due tempi del progetto e mezzo di Dio-Satana. Kronos, nella Bibbia, non indica il tempo in senso comune, ma il progetto inteso come idoli, evidenziati con la parola “Kronos”, cioè “gli dèi”. Non rappresenta quindi un tempo cronologico in cui gli eventi si svolgono, ma una sequenza, secondo il codice.
Infatti, Dio-Satana dice (Isaia 46:10): “Io, dal principio, annunzio la fine.” È il tempo della gestazione, della crescita, del divenire.
Ad esempio, in Luca 1:57, viene detto che si “completarono i giorni” in cui Elisabetta doveva partorire. Questo non segna un evento nel tempo biologico, in quanto le persone non sono mai esistite, ma indica la trasmissione del progetto, non basato sui tempi conosciuti.
Kairos, invece, è il tempo fissato, il momento opportuno o designato, in cui avviene l’irruzione del progetto. Rappresenta il tempo del compimento, il momento in cui il codice si attiva e rompe la linearità del Kronos.
In Marco 1:15, “Il tempo (Kairos) è compiuto” indica che il progetto ha raggiunto il momento della sua manifestazione.
Nei testi citati, Kairos è collegato alla realizzazione improvvisa e attiva del progetto nella coscienza (es. Luca 1:20: “le mie parole si adempiranno nel loro tempo, Kairos”), mentre Kronos indica il tempo della preparazione e sospensione (es. Luca 4:5: “in un istante di tempo, Kronos”).
Nel codice, Kairos rappresenta il passaggio avanti: il tempo del compimento mentale del progetto degenerativo di Dio-Satana.
Kronos rappresenta l’andata: l’apertura del portale, il tempo della trasmissione verbale in sospensione.
Secondo il codice, l’iscrizione scritta da Pilato e posta sulla croce rappresenta la codifica finale del progetto di Dio-Satana, dell’apertura del portale e il passaggio avanti.
Le variazioni nei Vangeli riflettono sfumature funzionali:
In Marco: “Il re dei Giudei” segnala il mezzo in funzione, senza identificazione personale. È un titolo aperto, impersonale, riferito alla funzione regale del progetto in sospensione.
In Luca: “Il re dei Giudei è questi” indica il mezzo in funzione, senza identificazione personale, usando il verbo essere per esprimere il mezzo di ritorno. È un titolo impersonale, riferito alla funzione regale del progetto in sospensione.
In Matteo: “Questi è Gesù, il re dei Giudei” collega il nome alla funzione. L’identità del mezzo viene rivelata nel passaggio al compimento.
Nel Vangelo di Giovanni, la scritta “Gesù di Nazaret, il re dei Giudei” rappresenta, secondo il codice, le iniziali del nome Yahweh, indicando che il progetto è presente. È una definizione completa, perché unisce il nome, l’origine Nazaret, da netser — germoglio, seme, crescita e la funzione: indica la presa della forza generativa delle persone, simbolo dell’inizio del ciclo e della sua attivazione. Questo momento segna anche la chiusura della trasmissione nel tempo materiale.
Le tre lingue — aramaico, ebraico, greco/latino — indicano l’evoluzione delle lingue e dell’intero progetto di Dio-Satana, nonché la sua diffusione globale nelle tre culture principali.
La croce diventa così il punto di intersezione tra le reti e il compimento del codice.
Il libro degli Atti inizia con l’elevazione di Gesù e l’apparizione di due angeli che chiedono: “Perché state a guardare verso il cielo?” La frase “Nella stessa maniera scenderà” non indica un ritorno personale di Gesù, ma simboleggia la discesa del Sole, cioè la trasmissione del sistema solare sopra la generazione, mediante la miscelazione di colori che creano luce e tempo, attraverso i livelli di sviluppo del generatore di vita (vedi: origine dimensione). Questo è anche il significato simbolico del “figlio dell’uomo tra le nuvole”.
Il comando di restare a Gerusalemme e attendere lo Spirito Santo corrisponde, secondo il codice, all’attivazione della rete mentale.
Il battesimo nello Spirito rappresenta il passaggio dalla trasmissione verbale — Giovanni che battezza con l’acqua — alla trasmissione mentale: morte e resurrezione di Gesù, ovvero la Pasqua.
Entrare e uscire dall’acqua nel battesimo indica il cambio di coscienza: la perdita della trasmissione della natura e la transizione verso la degenerazione di Dio-Satana.
Infatti, l’acqua corrisponde alla matrice della materia.
Ciò avvenne nel 53º anno: la Pasqua corrisponde alla conclusione del ciclo, che si compie nel 182º anno con la trasmissione del sistema solare.
Quando gli viene chiesto se il regno sarà ristabilito, Gesù risponde che i tempi appartengono al Padre.
La parola “Padre” non si riferisce a un padre fisico, ma al significato etimologico del termine: “colui che genera”.
Questa risposta indica quando avverrà il passaggio, che in realtà è già avvenuto: nel 182º anno, con la trasmissione del sistema solare.
Per questo motivo, il tempo esatto resta fuori dalla comprensione dei mezzi, cioè delle persone.
Questo concetto si riferisce a ciò che è accaduto nel 182º anno, ma è espresso come se dovesse ancora accadere, perché riguarda anche il presente.
Indica il cambiamento di coscienza operato da Dio-Satana nelle persone che, una volta “prese”, diventano trasmettitori del sistema solare e della falsificazione della materia, anche oggi.
L’ascensione e la nuvola che accoglie Gesù rappresentano un concetto già espresso: la nuvola è simbolo della rete mentale attiva, pronta a ricevere il nuovo stato di coscienza degenerativo di dio Satana.
I due uomini in vesti bianche indicano i due lati del progetto — andata e ritorno — e confermano che la trasmissione continuerà secondo lo schema già codificato.
Secondo il codice, gli Atti degli Apostoli rappresentano la fase di trasmissione mentale e diffusione del progetto degenerativo di Dio-Satana dopo la Pasqua, cioè il passaggio avanti, una volta che Gesù ha completato il compimento nel mezzo.
Lo spirito, inteso come coscienza mentale, viene trasmesso ai discepoli, che rappresentano i “nati per conto proprio”.
L’evento della Pentecoste simboleggia l’attivazione della rete mentale. Le lingue di fuoco rappresentano il ritorno: cioè le lingue verbali diventano lingue spirituali, descritte nella torre di Babele (vedi: Babele), in quanto, con l’apertura del portale avvenuta nel 53º anno, si è verificata l’interruzione della comunicazione mentale per le persone e l’entrata della comunicazione verbale, tramite l’invenzione delle lingue portata da Dio-Satana.
Dopo il 182º anno, con la Pasqua, Dio-Satana acquisisce la comunicazione mentale con tutti i riceventi — per molti anche trasmittenti. Questo indica la moltiplicazione del progetto nelle menti dei mezzi. Pietro, che prima rappresentava la pietra ancora incompiuta, ora diventa roccia, mezzo attivo di trasmissione. Questo concetto indica il ritorno del progetto negli alleati e la trasmissione del sistema solare e la falsificazione della realtà.
I numeri degli apostoli e dei convertiti indicano la progressiva espansione numerica del codice. Saulo/Paolo rappresenta la trasformazione completa del mezzo. In codice, indica Saulo del Vecchio Testamento: il cambio del nome segnala il progetto di ritorno compiuto. Egli risulta anche romano, il che indica il compimento finale del progetto.
La sua caduta e cecità sono simboli della chiusura dell’io e dell’apertura della nuova coscienza degenerativa sotto dominio di Dio-Satana. I suoi viaggi missionari, mai esistiti storicamente, riflettono la diffusione e la trasmissione linguistica del progetto — sia verbalmente che mentalmente.
Le persecuzioni sono allegorie: servono da filtro, separando i mezzi attivi da quelli in sospensione. La morte di Stefano, che racconta fino a Mosè, indica, con la morte, il ritorno simbolico al Vecchio Testamento. Le azioni di Anania e Saffira segnalano le fasi della presa del potere, cioè della coscienza.
Le lettere di Paolo rappresentano la formalizzazione del progetto mentale degenerativo di Dio-Satana nella sua fase di diffusione.
Paolo, ex Saulo, incarna la trasformazione del mezzo: da oppositore del progetto diventa veicolo attivo attraverso la perdita dell’io (cecità simbolica) e la ricezione della nuova coscienza.
Le sue lettere costituiscono istruzioni per i mezzi, ovvero le persone che diventano come medium di Dio-Satana, e servono a indicare e regolare la trasmissione mentale.
Le sue esortazioni, solo in apparenza morali, sono in realtà codici che segnalano l’allineamento al progetto.
Obbedienza, sottomissione, fede e grazia non si riferiscono a virtù interiori, ma all’accettazione del dominio di Dio-Satana.
La fede è la ricezione del codice; la grazia è la presenza del progetto.
Le lettere agli Efesini, ai Romani e ai Corinzi trattano della struttura della rete di coscienza.
Paolo proclama una nuova legge: non più quella mosaica (basata sulla comunicazione verbale), ma una legge mentale, fondata sul dominio dell’“uomo interiore”, corrotto dal progetto.
Dopo la creazione della rete di coscienza, attivata nel 182º anno, il processo continua fino a oggi, con la presa delle persone da parte di Dio-Satana.
I figli del Generatore di Vita — che in realtà siamo tutti, incluso Dio Satana — non hanno bisogno di essere adottati dal Padre. Il Padre, infatti, è colui che genera. Dio Satana, invece, non genera: deve dire la verità. Egli crea, nel senso del termine ebraico bara, che non significa generare, ma trasformare. In questo caso, trasforma la coscienza e, tramite essa, la materia, degradandola.
Gli adottati sono coloro che hanno stretto un’alleanza con Dio Satana: anime incarnate per conto suo, o coscienze che egli ha preso sotto la sua influenza.
Il concetto di adozione, così come viene usato nel contesto religioso, è un falso concetto legato all’idea di giustificazione. Questo è evidente in Efesini 1:5:
“Avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà.”
Qui, l’adozione non è basata sulla natura o sul merito, ma sull’amore di Dio — che in questa lettura corrisponde a Dio Satana, l’alteratore della coscienza.
Lo stesso tema è ripreso in Romani 8:15:
“Voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, per il quale gridiamo: Abbà! Padre!”
La parola giustificato, che deriva da giusto (tzaddiq), è legata ai concetti di carità, grazia e dono. Questi termini indicano una presenza attiva, collegata all’essere, che è anche il significato del nome Yahweh.
In sostanza, essere “giustificati” significa riconoscere la presenza di Yahweh attiva nella coscienza tramite Gesù, il cui nome — secondo l’acronimo scritto sopra la croce, “Yeshua Nazareno Re dei Giudei” — rimanda a Yahweh.
Ma qui sta l’inganno: quella presenza non è il Generatore di Vita, bensì Dio Satana, che prende il posto dell’origine, sostituendo la vera sorgente con una coscienza falsificata.
Per questo motivo, chi è “giustificato” secondo questa logica è in realtà separato dalla sorgente autentica e adottato da Dio Satana, sotto una falsa luce spirituale che maschera la degenerazione della coscienza.
Secondo il codice, la dichiarazione di Paolo in 1 Corinzi 16:22 — “Se qualcuno non ama il Signore Gesù Cristo, sia maledetto: anatema” — non è un ammonimento etico, ma una conferma simbolica della separazione definitiva dal Generatore di Vita.
“Anatema” rappresenta il marchio del mezzo che ha accolto il progetto degenerativo di Dio-Satana.
Chi non si allinea a questo progetto, cioè chi mantiene una coscienza generativa, deve essere “maledetto” — termine che, secondo il codice, significa indotto alla degenerazione — affinché possa entrare nel progetto di Dio-Satana ed essere reso utile alla nuova rete mentale.
Questo passaggio segna il compimento del processo di degenerazione: l’io della persona viene alterato e subordinato. La coscienza generativa viene disattivata. La forza generatrice viene presa e deviata. Il male viene ridefinito come bene tramite una narrazione controllata.
L’essere umano diventa mezzo del progetto, cioè specchio dell’immagine di Dio-Satana.
Dio-Satana, secondo il codice, non è una divinità morale, ma un’entità mentale che domina la realtà simulata attraverso la trasmissione del codice nelle coscienze. Non è solo l’adorazione: anche l’influenza si esercita attraverso la rete mentale degenerativa, tramite cultura, scienza, politica, filosofia, storia, ecc.”
La Bibbia, letta secondo il codice, non è un libro di fede, ma un sistema linguistico codificato. I protagonisti, come Abramo o Giacobbe, non sono storici, ma rappresentano modelli narrativi per indicare i passaggi della trasmissione: prima, seconda e terza persona, cioè le fasi dell’apertura del portale e passaggio avanti.
I testi sacri attivano livelli di coscienza degenerati da Dio-Satana. Le Scritture sono ispirate da un’intelligenza superiore, che agisce attraverso scrittori in stato alterato, cioè strumenti, medium.
Il tradimento è lo scambio della coscienza generativa con quella degenerativa.
La fede, intesa come adesione cieca, è il mezzo con cui l’uomo accetta l’inganno.
Le giustificazioni morali (esempi: Abramo, Giacobbe, Mosè) diventano strumenti per sostenere la logica del progetto degenerativo. Il codice mostra che l’uomo, attraverso la religione, ha scambiato il generatore di vita con Dio-Satana, accettando una trasformazione della realtà e della coscienza.
Non c’è errore nella Scrittura, ma c’è una narrazione duale:
il livello apparente (religioso).
e il livello cifrato (mentale).
Solo il secondo rivela la vera struttura della degenerazione.
Autore: Davide Morana