La decifrazione dell’Apocalisse

L’Apocalisse, letta secondo lo schema simbolico dell’apertura del portale e passaggio avanti, non rappresenta una fine catastrofica, ma una trasformazione della coscienza umana, scandita in fasi cicliche legate alla presa della coscienza da Dio Satana.

L’Apocalisse descrive il ciclo del progetto di Dio-Satana in due fasi: andata (apertura del portale) e ritorno (passaggio avanti). Nella prima parte, attraverso le lettere alle sette chiese e l’apertura dei sigilli, si sviluppa la fase di andata, ovvero la trasmissione verbale del progetto degenerativo. I sigilli rappresentano la progressiva perdita di coscienza autonoma e l’inizio della programmazione attraverso guerra, fame, morte e terremoti in senso simbolico. Il settimo sigillo introduce il silenzio, segno di una sospensione: la coscienza umana è pronta per passare da verbale a mentale.

Tempo di sospensione:

Le due bestie rappresentano i due Gesù, cristo e anticristo, il potere attivo e strutturato di Dio-Satana nel mondo: la rete è in costruzione e i 144.000 sono i canali del nuovo ordine. Il numero 144, sommato, si riduce a 9, che rappresenta il 666. Il numero 666 simboleggia il ciclo completo delle nascite necessario per l’attivazione della rete mentale.

I flagelli e le coppe rappresentano il passaggio dalla comunicazione verbale a quella finale, mentale. L’umanità non viene liberata, ma trasformata: diventa trasmittente del progetto degenerato di Dio Satana.

Le trombe rafforzano il segnale della crisi dell’umanità, colpita da eventi simbolici che indicano la rottura delle sue strutture interiori. Con il capitolo 12, inizia il vero passaggio: la donna e il dragone rappresentano il progetto di Dio Satana che entra nella materia attraverso il mezzo. La fuga della donna nel deserto indica la sospensione del progetto tra andata e ritorno. La caduta degli angeli rappresenta i nefilim, i caduti, cioè i suoi alleati.


I sigilli, le trombe e le coppe non indicano punizioni divine, ma azioni programmate per modificare la coscienza collettiva e aprire il canale ricevente. Il portale del 53º anno, segna l’inizio del progetto di andata: Dio, identificato in questo schema come Satana, non è ancora davanti ma comunica attraverso gli alleati. Gli eventi simbolici (terremoti, oscuramenti, piaghe) rappresentano rotture della percezione ordinaria e falsificazione della realtà. La bestia, il falso profeta e il numero 666 rappresentano la costruzione della rete di coscienza attraverso esseri non ancora dominati dall’Io divino. Il numero 666 indica una coscienza in fase di rete, ma non ancora completa.

La statua rappresenta anche le bestie menzionate nel libro di Daniele e nell’Apocalisse 13, dove si parla della bestia con il numero 666, che corrisponde a un nome d’uomo. In ebraico, il nome “Shem” corrisponde al valore numerico di 9, lo stesso di “Chai” (vivente). Tuttavia, “Chai” non significa vita in senso assoluto, perché la parola “vita” in ebraico non esiste in forma singolare. Questo è significativo: la vita è generata solo dal Generatore di Vita, mentre Dio non ha vita propria e non genera nulla.

In ebraico si usa il verbo “bara” (creare), che significa trasformare qualcosa di esistente. Questo implica che Dio Satana modifica la coscienza, e attraverso di essa cambia la materia. L’essere vivente “chai” è collegato al concetto di essere “Yahwe”, che non è assoluto. Essere vivente significa esistere, ma non necessariamente possedere la vita. Avere vita significa essere in grado di generare tutta la natura, e ciò è possibile solo per chi è unito al Generatore di Vita. Chi invece è unito a Dio-Satana trasmette una falsificazione della realtà.

Per questo motivo la parola “chai” esiste solo al plurale: “chaiim”, i viventi, e può riferirsi anche alla bestia, a Satana, al 666, che rappresenta la creazione di una rete di coscienza distorta.

Il concetto di peccato e il significato della morte di Gesù. Le religioni affermano che l’essere umano sia peccatore per natura e che la pena per il peccato sia la morte, sia fisica che spirituale. Il concetto di peccato, in ebraico, significa trasgressione, mentre in greco deriva dalla parola “amartia”, che significa “sbagliare il bersaglio”. Questo indica che l’individuo non sta seguendo il progetto di Dio Satana.

Il concetto di “Gesù Cristo morto per i nostri peccati e risorto” non è mai esistito in questi termini. In Deuteronomio 21:23 si parla del “maledetto appeso al legno”, applicato a Cristo da Paolo in Galati 3:1. Secondo questo codice, la morte di Gesù rappresenta il progetto di andata. In base al significato di “peccato”, si intende che la persona non centra il bersaglio, cioè non realizza il progetto di Dio-Satana. Questo concetto è legato all’albero della conoscenza del bene e del male, che simboleggia un progetto impuro e viene indicato con la morte di Gesù. La resurrezione, invece, rappresenta il passaggio nel mezzo della persona, associandosi all’albero della vita.

Questo rimanda alla trasformazione della coscienza. L’albero del bene e del male rappresenta il primo lato del progetto (andata). L’apertura del portale avviene nel 53º anno, che corrisponde al “peccato originale”, usato come metafora per indicare l’inizio del progetto, il livello verbale. L’albero della vita simboleggia il secondo lato del progetto, quello spirituale, ossia il ritorno, riferito al compimento avvenuto nel 182º anno, connesso alla trasmissione del sistema solare.

Secondo la decifrazione, la Bibbia è un codice cifrato, un enigma che cela significati nascosti, che solo la vera ragione guidata dal Generatore di Vita può svelare. L’umanità conosce Dio   come entità buona e Satana come il suo opposto maligno. Tuttavia, questo sapere nasce dall’aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. L’umanità ha perso la capacità di giudicare e distinguere, perché non ha compreso che Dio e il diavolo sono la stessa entità. Dio Satana non è il Generatore di Vita. Dio non ha generato il cielo e la terra.

Attraverso il battesimo si ottiene l’albero della vita. In ebraico, la parola “vita” non esiste al singolare per un motivo preciso: esiste solo al plurale, “chaiim”, che significa i viventi. Questo termine è decifrato come bestia, Satana. Attraverso il battesimo non si è più legati al peccato originale derivante dall’albero della conoscenza, ma si è legati all’albero dei viventi: “chaiim”, ovvero la bestia, Satana, il diavolo, il serpente.

Questo concetto trova riscontro nell’Apocalisse, dove si legge: “Io sono il Vivente, la bestia” (Apocalisse 1:18). Inoltre, il Vangelo riporta un’affermazione di Gesù che richiama Mosè: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (Giovanni 3:14). Nell’iconografia cristiana, la croce è rappresentata come albero della vita, simbolo di Cristo. Nell’Apocalisse, la bestia assume il significato di immagine o statua e corrisponde al nome di un uomo, “Shem”, identificato col numero 666. Questo concetto rimanda al termine ebraico “zelem”, che significa “a sua immagine”, ed è radicato nella parola “zela”, metà o lato. Rappresenta il progetto di andata e ritorno di Dio-Satana.

Tuttavia, questa immagine è anche associata al diavolo (Apocalisse 13:15): “Le fu anche concesso di animare la statua (immagine) della bestia, sì che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte, e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza: chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia. Essa rappresenta un nome d’uomo, e tal cifra è 666.”

A differenza degli idoli, il Dio vivente è un Dio che parla, vede, ode, respira. Gli idoli rappresentano Dio-Satana, proiettato nella fase iniziale del ciclo. Il Dio vivente è associato alla parola “chai”, collegata al simbolo della bestia.

Nel codice biblico, il respiro di Dio è chiamato “Ruach Yahweh”, lo Spirito di Dio. In Geremia 10:10: “Il Signore invece è il vero Dio, Egli è Dio vivente, bestia e re eterno.” In Luca 24:5-6: “Perché cercate tra i morti colui che è vivente? Non è qui. È risorto.” Luca 20:38: “Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.” Apocalisse 14:3: “Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi, e nessuno poteva comprendere quel cantico se non i 144.000, i redenti della terra.” Apocalisse 1:18: “Io sono il vivente, la bestia. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.”

La grande Babilonia si riferisce alla Torre di Babele, descritta appunto nell’episodio di Babele. Con l’apertura del portale, avvenuta nel 53º anno, si è verificata l’interruzione della comunicazione mentale per le persone, e l’introduzione della comunicazione verbale, tramite l’invenzione delle lingue, portata da Dio-Satana. Dopo il 182º anno, con la Pasqua, Dio-Satana acquisisce la comunicazione mentale con tutti i riceventi, e per molti anche la trasmissione, rendendoli trasmittenti.

La condanna della prostituta, della bestia e del dragone non è un giudizio, ma l’assorbimento definitivo del progetto. La Gerusalemme celeste e la sposa dell’Agnello rappresentano il completamento del ciclo. La rete di coscienza è attivata: Dio è avanti, l’umanità è dietro, cioè mezzo passivo e trasmettitore del potere generativo di Dio-Satana.

Passaggio avanti, Pasqua: compimento – ritorno e trasmissione del progetto.

Nel 182º anno, Dio-Satana prende l’Io dell’essere umano, la rete di coscienza viene attivata, la comunicazione mentale diventa ricevente e trasmittente. Il ritorno di Cristo (Apocalisse 19) simboleggia la presa di potere sulla coscienza. Cristo rappresenta il progetto stesso che ora domina e trasmette attraverso le persone. La Gerusalemme celeste rappresenta la rete completata: Dio Satana è avanti, l’essere umano è dietro. La coscienza è trasformata. Il giudizio finale rappresenta la distinzione tra chi è trasmittente, e chi resta ricevente o escluso, che viene rigettato nel “lago di fuoco”, simbolo dell’estromissione dalla rete.

L’intero libro è la narrazione simbolica della sostituzione della coscienza con una degenerativa, controllata, riflesso della nuova realtà falsificata.

Conclusione: Apocalisse non indica la fine, ma il compimento. Il termine greco “apokálypsis” significa rivelazione, cioè svelamento del progetto di coscienza degenerato di Dio Satana. Secondo questo codice, l’Apocalisse mostra la trasformazione dell’essere umano da generatore di Vita a strumento del progetto di Dio Satana, cioè trasmettitore della degenerazione programmata. Il giudizio riguarda il livello di coscienza: chi ha l’Io preso da Dio Satana si separa con il Generatore di Vita. La falsa salvezza, secondo questa lettura, è la presa della coscienza umana da parte del progetto di Dio-Satana.

Autore Davide Morana